Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. E’ questo il caso del rapporto tra Luciano Zauri e il suo Pescara. Nato a Pescina, a 12 anni lascia il paese per inseguire il suo sogno: quello di fare il calciatore. Ci riuscirà eccome. Saranno 506 le presenze da professionista per lui, a cui vanno aggiunte le 5 in nazionale. Tra queste, ci sono anche le 37 col Delfino. Le ultime da professionista, il coronamento della sua carriera, come da lui affermato. Successivamente, Zauri riuscirà anche ad allenarlo quel Pescara. Prima la trafila nelle giovanili (con un campionato Primavera 2 vinto), poi, nel 2019-20, la prima squadra. 20 le partite in cui ha guidato il Pescara in Serie B, salvo poi dimettersi a gennaio dopo una sconfitta interna con la Salernitana.

Il legame con Massimo Oddo – una persona in particolare ha segnato la carriera di Luciano Zauri, sia da calciatore che da allenatore. Conosciuto ai tempi della Lazio, un rapporto che va avanti tra i due sia dentro che fuori dal campo. C’era Zauri come collaboratore del campione del mondo nella stagione della promozione in Serie A. Come erano insieme al momento dell’esonero. Alleneranno insieme anche all’Udinese, salvo poi dividere le proprie carriere con l’attuale tecnico del Pescara che si accaserà proprio nelle selezioni giovanili del Delfino.

I presupposti per fare bene ci sono. La situazione non è delle più rosee, ma in tutto l’ambiente Pescara Zauri ha portato entusiasmo. Poche parole e tanti fatti, questo lo stile dell’allenatore. Affidabilità, decisione e pragmaticità: queste le tre qualità del mister, sia quand’era calciatore e che sono state portate avanti da allenatore. E’ da lui che dovrà partire la costruzione. E’ a lui che il Pescara si deve affidare per rialzare la china. Riuscirà nella missione?

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 07 aprile 2022 alle 12:00
Autore: Fabio Basile
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