D'accordo, siamo ad inizio stagione e non è serio sparare sentenze. Vero, nel 2015 la squadra poi promossa in A con Oddo perse all'esordio a Livorno addirittura 4-0. Ma proprio per rispetto alla nostra serietà non riusciamo a dare ragione al presidente Sebastiani che ai microfoni tv minimizza e replica che è assurdo essere preoccupati, facendo intuire che non è detto che intervenga ancora sul mercato "fermo", come l'ha definito lui. La debacle col Cesena poteva pure essere messa in preventivo, perchè il gap tecnico e di preparazione era già chiaro, oltre alle pericolose assenze forzate di Dagasso e Valzania a centrocampo, però il segnale che è arrivato da questa gara è più di un allarme. I romagnoli viaggiavano a velocità doppia, pressavano, hanno recuperato palloni in quantità industriale e senza il Desplanches nel primo tempo la gara sarebbe già stata chiusa col pallottoliere. Il Pescara ha fatto da timido sparring partner, trovando un pareggio improvviso grazie all'iniziativa personale di uno dei pochi giocatori apparsi all'altezza di questa serie B. Poi è crollato e in B gli errori si pagano, specie se non sai proprio ripartire dal basso perchè non hai giocatori dotati di buona tecnica. L'anno scorso capitò talvolta di prendere imbarcate simili, ricordiamo giusto gli immeritati 0-0 con Perugia ed Arezzo, ma le avversarie non erano per lo più in grado di approfittarne. Adesso la musica è diversa ed il guaio è che, statistiche alla mano, il Pescara è ancora una rosa da serie C. Vivarini ci ha messo del suo e dovrà prenderne atto ed imparare, commettendo l'errore di sguarnire il centrocampo e abbandonare alla solitudine Di Nardo e Sgarbi, ma lo spessore di questa squadra è palesemente inadeguato e solo un presidente super ottimista cronico poteva dire che "non si è vista questa differenza" con un Cesena che aveva sempre il pallino del gioco, manovrava in velocità con passaggi verticali e sovrapposizioni sulle fasce, intasava l'area di rigore biancazzurra. Le fasce poi erano praterie che gli esterni ospiti hanno dominato senza opposizione. Il Pescara? dopo aver provato infruttuosamente a dialogare nello stretto, asfissiato dall'ottimo pressing romagnolo ha optato per rilanci lunghi oltre il centrocampo, che quasi mai hanno raggiunto le punte, anzi spesso diventavano dei boomerang. La nota più preoccupante è stata proprio la mediana, affidata a un timido e poco prestante Squizzato, ad un assolutamente impresentabile (non è colpa sua) Graziani, che fino a poco fa era in Primavera, e ad un Oliveri arrivato solo un paio di giorni prima e in palese difficoltà tattica. Sull'ex Atalanta ci sentiamo di spendere il jolly: crescerà ed ha comunque dimostrato abnegazione e dinamismo, al netto di troppi errori di impostazione e palleggio. Ci chiediamo però come ha potuto Vivarini lasciare in panchina Meazzi, che almeno ha fisico e caratteristiche idonee a contrastare e alzare il baricentro (poi lo ha dimostrato) e soprattutto perchè lasciare andare via Lonardi, ottimo incontrista e finalmente recuperato, per rischiare un ragazzino magari talentuoso, ma per ora assolutamente non all'altezza di uno scenario simile? Stesso discorso per Lancini, che avrebbe fatto più comodo, anche perchè già inserito nel gruppo, invece di Corbo, visibilmente statico e sovrastato da Shpendi e Blesa. Il peccato originale è non aver portato in ritiro una squadra già strutturata, invece di un cantiere con un continuo via vai, ma anche se i nuovi avessero il tempo di inserirsi, magari durante la prossima pausa per le nazionali, fatichiamo a credere che senza almeno 3/4 rinforzi di spessore in ogni reparto (un centrale, un terzino in grado di crossare, un centrocampista ed una punta di razza) questo Pescara possa raggranellare più di 15-20 punti. Si, è così e non è una sentenza anticipata, bensì una oggettiva disamina di quanto già visto in Coppa Italia con Rimini e Parma. Il Cesena è squadra rodata, reduce già da un ottimo campionato di B, ma non una corazzata. Molto più male faranno Palermo, Venezia, Bari, Empoli, Spezia. Ma questo Pescara non ha le armi neppure per controbattere squadre coriacee come il Sudtirol o la Reggiana, che secondo gli addetti ai lavori si giocheranno la salvezza con Brosco e compagni. In C mister Baldini seppe fare un grande lavoro psicologico sulla testa dei giocatori, che comunque erano all'altezza della categoria, oggi servirebbe un miracolo più che una magia e Vincenzo Vivarini, seppur preparato, non ha le stesse prerogative. Reduce dal fallimento di Frosinone si vede che ha voglia di riscattarsi a due passi da casa, per questo ha accettato una sfida che appariva già disperata, ma a fine gara lui stesso ha quasi implorato innesti che possano far salire drasticamente il livello tecnico della rosa. Sebastiani dovrà intervenire: se è vero che aveva pronti 600 mila euro per tenersi Plizzari ora li spenda, perchè finora sono arrivato solo svincolati scartati altrove. Non si può correre il rischio di trascinarsi in una stagione-calvario: non lo meritano i 12mila che hanno fiduciosamente tifato fino alla fine e pure applaudito la squadra dopo la debacle col Cesena. 

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 23 agosto 2025 alle 09:03 / Fonte: di Andrea Genito
Autore: Andrea Genito
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