Peggio di così non poteva andare ai biancazzurri, troppo brutti per essere veri. Il Pescara di oggi è una squadra ancora totalmente immatura e se anche il tecnico ci mette del suo allora non può andare tanto lontano. Ancora una volta mister Zeman ha deciso di cambiare formazione, un po' per scelta e un po' per necessità. A centrocampo è stato proposto un trio leggero, incapace tanto di interdire, facendo filtro e proteggendo una difesa riscoperta ballerina, quanto di costruire, sviluppando il gioco sulle catene esterne o verticalizzando. Aloi, quasi sempre schierato, è stato escluso proprio nella partita a lui più congeniale, quella in un clima da battaglia dove sarebbe stata certamente più utile una sciabola di un fioretto comunque impugnato male, mentre Meazzi ha bisogno ancora di tempo e di prove per essere impostato come mezzala. Dinamico ma confusionario, tende a tenere troppo palla e ad andare ad accentrarsi da trequartista in fase di possesso: ovvero tutto ciò che un interno zemaniano non deve fare. E di certo non ha giovato schierarlo in tandem con Capone, elemento di qualità ma che ha bisogno di tempo per ritrovare la forma dopo il lunghissimo stop e del supporto di una squadra che oggi non può sostenere il peso degli esperimenti. Gettare contemporaneamente nell'agone, non in una partita qualsiasi ma in una che metteva in palio punti che valevano doppio, gli ultimi due arrivati in gruppo da nemmeno una settimana - non è stata una grande idea.

Sezione: News / Data: Dom 11 febbraio 2024 alle 12:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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