"Sto bene, sono pronto" aveva assicurato il monumentale centravanti in prestito dalla Cremonese solo due settimane fa. Ed era stato un gran sollievo, dopo averlo atteso per ben nove giornate dopo le incoraggianti prove al debutto, nonostante l'astinenza realizzativa. Nei pochi scampoli in cui era stato bene, infatti, pur non andando mai a rete si era dimostrato utile e compatibile con Di Nardo, ma anche come assist man. Quello che preoccupava molto era la sua fragilità fisica, a dispetto della mole, nello specifico muscolare ed al quadricipite della gamba calciante. Ma era un limite già noto, bastava guardare i precedenti: dal 2020 non era mai riuscito a giocare un'intera stagione, anzi spesso per metà stava in infermeria e addirittura l'anno scorso col Frosinone solo 15 partite, spezzoni compresi, su 38. Gol? Non certo la sua specialità, tanto che negli ultimi 5 campionati in B ne aveva timbrati appena 9, ma in totale! Insomma, non un curriculum tranquillizzante, come sottolineavano tutti gli addetti ai lavori, stampa locale compresa stavolta ed infatti era arrivato all'ultimo secondo di mercato estivo, probabilmente come ripiego dopo aver vanamente inseguito (almeno così dichiarava il ds Foggia) ben altri profili più utili come Coda, Lapadula, Borrelli o Mancuso, tra l'altro tutti ex biancazzurri. "E' una prima scelta, lo ha chiesto espressamente mister Vivarini, che lo ha allenato l'anno scorso", rassicurava Foggia di fronte agli scettici che vedevano l'operazione, gratuita, come mossa disperata per riempire la casellina nella rosa visto che un centravanti di ruolo serviva come il pane. Peccaro che Vivarini fosse stato esonerato subito e quindi lo avesse potuto vedere ben poco all'opera a Frosinone, tanto più che si era già infortunato dopo tre gare. Ma questo i giornalisti locali si erano ben guardati dal sottolinearlo all'interlocutore, magari sperando che fosse la volta buona, che la scommessa valesse la pena dopo tanti flop già accumulati. I precedenti? Sforzini, che il meglio lo aveva già dato, inseguito teoricamente per 5 anni e arrivato a fine corsa a Pescara, dopo un serio infortunio. Infatti, scena muta all'Adriatico, ma prima Bahebeck, Antei, Chochev, Venuti, Samassa, Asencio, Ceter erano state altre sfolgoranti intuizioni da fregarsi le mani. Giocatori esperti arrivati a costo zero, ma poi quasi mai visti in campo. La logica vuole infatti che se prendi giocatori con recidive che le squadre proprietarie lasciano andare volentieri perchè non più affidabili, può andarti bene una volta però più spesso perdi la scommessa. Sembra proprio lo stesso clichet di Tsadjout, fermato ai box per tre volte e per tre volte apparentemente recuperato, infortunandosi di nuovo col Padova (dopo aver involontariamente provocato pure l'annullamento del gol di Meazzi) semplicemente calciando il pallone. Lo stop sarà di nuovo lungo e il centravanti, camerunense di origine ma italianissimo di nascita, chiuderà il 2025 con appena 18 presenze in campo complessive! Sarà di nuovo disponibile probabilmente a febbraio ed a questo punto ci sarebbe seriamente da valutare se rispedirlo al mittente, cercando finalmente un puntero pronto e da doppia cifra nella finestra invernale di mercato. Insomma, l'esperienza non ha insegnato nulla e la società biancazzurra ha cercato di mettere a tacere tifosi e addetti ai lavori facendo ancora le nozze coi fichi secchi, millantando certezze fuori luogo. Ce ne sarebbe anche d'avanzo per scusarsi con tutti e recitare il mea culpa, coi fatti appunto, cominciando già a muoversi per bloccare i pochi prospetti abbordabili sulla piazza. "Magari questo spaccherà le porte, ma è un rischio", avvertiva a settembre il giornalista Pierpaolo Marchetti: ha avuto ragione, senza però veder intaccate le reti altrui, mentre Sebastiani, imbeccato da un altro suo collega dopo l'unica gara intera con l'Empoli lo definiva: "il centravanti che aspettavamo da tempo". Anche il presidente ha avuto ragione, infatti lo aspetteranno ancora e a lungo. Restando seri, anzi no, un primato ineguagliabile il Pescara lo ha già blindato secondo l'autorevole Gazzetta dello Sport: squadra di B con più turnover in campo, con ben 30 giocatori già scherati. Tutta la rosa, praticamente, tranne Berardi, Kraja e Saio che a gennaio partiranno certamente. Solo sette però sono andati in gol, tra cui non c'è ovviamente Tsadjout, mentre la media della B è 10 con molti meno impieghi. Una anomalia che spiega parte del fallimentare campionato finora. La parte del leone, con cinque reti, la fa il sorprendente Di Nardo, che doveva partire addirittura dietro a Tsadjout, Sgarbi e Tonin nelle gerarchie. Per lui è scattato subito il rinnovo contrattuale, come previsto da una clausola ed è una bella notizia che darà ulteriori motivazioni ad un bravo ragazzo che non ha mai mollato e che fa reparto da solo. In caso di ritorno in C però non fateci affidamento, il Pescara non ripartirà dal giocatore svincolato dal Campobasso e sicuramente sfrutterà la clausola per monetizzare, anche perchè ha dimostrato che in cadetteria può starci eccome.
Autore: Andrea Genito
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