I segnali non mancano e non sono quelli da lieto fine. La Pescara calcio da anni galleggia, nonostante un importante voce debitoria nel bilancio societario (pubblico, quindi incontestabile), ma per bocca del suo presidente Sebastiani periodicamente ha tranquillizzato tutti, ricordando che comunque durante la sua gestione mai ha ricevuto penalizzazioni in classifica o segnalazioni dalla Covisoc. Vero, ma se questa situazione si trascina senza soluzione di continuità e tu resti nella melma della serie C (col dovuto rispetto, lo diciamo in rapporto alla struttura ed ai costi del Pescara) prima o poi affondi. Non ci sono introiti significativi dalle tv, pochi sponsor, tifosi sempre più rari sugli spalti, viste le prestazioni e le ambizioni scadenti. A meno che non hai una pletora di soci ricchi e dalle infinite disponibilità come il Como, il Modena o il Monza, riemersi dopo anni di anonimato della terza serie grazie all’ingresso di ricchi imprenditori o puoi contare su continue plusvalenze per coprire i buchi delle spese che restano sempre elevate in C. Se poi ci aggiungi che il Pescara è tra le società che pagano di più i procuratori (perché?), con un monte ingaggi di tutto rispetto e che, caso quasi unico, paga anche un emolumento al suo presidente, chiaro che la coperta prima o poi diventa corta. Si sono esaurite le ricche entrate legate all’ottimo scouting degli anni passati (Verratti, Lapadula, Quintero, Mancuso, Brugman, Machin, Coulibaly, Borrelli) perché ora serve vendere o svendere subito i talenti, per fare cassa e quindi il rischio concreto è una lenta agonia, forse già giunta al culmine tra l’altro. I segnali? Il Pescara Bond, prestito in obbligazioni con interessi alti che venne emesso nel 2017 è scaduto e per due volte non è stato rimborsato, per un importo di oltre tre milioni, interessi compresi. Non un bel messaggio per quegli investitori e tifosi che allora Sebastiani volle coinvolgere nel “progetto di crescita societaria e nei suoi obiettivi” (quali???) e che quindi ha già deluso, dando anche un pessimo segnale di difficoltà finanziaria. Prima o poi dovrà farlo, per non incappare in una class action o in un sequestro di proprietà o quote azionarie. L’aumento di capitale straordinario, che sarebbe dovuto servire per finanziare il mercato invernale e corroborare le aspettative di campionato di vertice, quando ancora il Pescara aveva un’ottima posizione in classifica, è stato rimandato due volte ed ora, al massimo, servirà per coprire falle e spese ordinarie urgenti. E i nuovi investitori pronti ad entrare in società, fondi esteri e capitani di industria che lo stesso Sebastiani millanta da tre anni in coda per mettere risorse e subentrargli finalmente? Ogni volta fissa una dead line, puntualmente disattesa, l’ultimo pretendente a defilarsi, secondo il giornalista Venerato di Rai 3 (non uno scappato di casa), sarebbe un fondo tedesco. Forse spaventato da debiti e programmazione lacunosa. Sempre che siano mai esistiti reali pretendenti, perché verrebbe da chiederselo, visto che nel frattempo hanno cambiato veste e trovato capitali anche realtà più piccole e con meno bacino d’utenza, con meno potenziale di pubblico in ottica merchandising. Lo stesso Pineto, abruzzese parvenu in C gode di migliore salute e sta chiudendo un campionato decisamente soddisfacente, con tanto di doppia vittoria nel derby all’Adriatico, tra Coppa Italia e stagione regolare. Quindi zero pure lì, poi però nelle pieghe del bilancio leggi di pesanti debiti con le banche e soprattutto la voce “5000 braccialetti/device”, in pratica dispositivi digitali IA comperati dall’amico sponsor dell’azienda Contrader e, si dice, distribuiti al settore giovanile. Costo? 2,3 milioni sui 5 milioni totali di esposizione verso i fornitori. Bella operazione lungimirante, certo, se ti chiami Atalanta e hai un bilancio sano. Meno se sei sotto il livello di galleggiamento per oltre 20 milioni e in serie C senza prospettive. Ah, tra l’altro per dare un bel maquillage si valuta il brand, cioè il marchio Pescara calcio ben 7,2 milioni, non si sa in base a quale parametro. L’anno scorso, tanto per capire, il Pescara store avrebbe venduto meno di 100 magliette, quest’anno peggio. Quando si farà una dovuta revisione non ci sorprenderebbe che questa voce venisse svalutata e la situazione debitoria si aggravasse, col rischio di penalizzazioni e downgrade. Sebastiani minimizza spesso, invitando i tifosi più critici (definiti pure clienti) ad andare allo stadio e pagare il biglietto, smettendo di fare i commercialisti. Ultimo segnale preoccupante il mercato al risparmio di gennaio, quando serviva urgentemente una punta per competere con Ternana, Entella, Torres, Vis Pesaro ed invece è partito Vergani a titolo definitivo per fare posto ad Alberti in prestito secco dal Modena, fermo da mesi per grave infortunio con soli otto minuti di gara in stagione. Infatti, appena arrivato è rimasto in panchina e poco ha potuto e probabilmente pochissimo potrà fare ancora. Si tratta di una operazione che avvantaggerà più il Modena, che si ritroverà a giugno un giocatore di proprietà che finalmente ha fatto la preparazione, magari in cambio di qualche euro che non saneranno il bilancio rosso-bianco e azzurro. Ah, sono arrivati anche Kraja e Letizia, anche loro fisicamente non integri ed infatti subito infortunatosi di nuovo, ma quello offriva il mercato a saldo zero. Basta? Ai tifosi veri sì, per questo chiamano Pinocchio il presidente, stufi per tante bugie e manipolazioni della realtà. Loro hanno già capito l’andazzo e preferirebbero si staccasse la spina a questa lunga agonia, sugli spalti della tribuna spesso urlano “meglio l’Eccellenza che questa dirigenza”, augurandosi quasi il fallimento per ripartire con serietà come Bari, Cesena, Parma, Vicenza, Mantova, Padova e tanti altri club simili. Invece, continuando ad illudere così si rischia quanto succede già a Taranto o a Torre del Greco (Turris), che stanno disputando un campionato inutile, mortificante e soprattutto offensivo verso la credibilità della serie C. Secondo noi non manca molto a questa ultima fermata, l’unico che probabilmente avrà l’accortezza di scendere prima, già sazio, sarà proprio Daniele Sebastiani. La storia del Pescara e questa piazza prestigiosa, che ha visto il calcio di Galeone e Zeman e 37 anni di B non meritano questo affronto. Auguri!
Autore: Andrea Genito
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