Daniele Delli Carri, ex direttore sportivo del Pescara, è tornato a parlare sulla grande stagione di Zemanalandia e lo ha fatto a Rete8, raccontando vari anedotti e retroscena sulle trattaive di Immobile, Insigne, Verratti e anche di Mauro Icardi, all'epoca attaccante della Sampdoria: “È stata un’annata che raramente si ripetano, ci fu una chimica perfetta in ogni settore, dalla squadra all’allenatore passando per la società. Ogni trattativa ha il suo aneddoto, mi confrontavo sia con Zeman per la questione tecnica sia con l’allora presidente De Cecco e Sebastian. Quell’anno ci fu una sinergia tra 4 persone, ovvero io, De Cecco, Sebastiani e Zeman. L’unico rimpianto fu il rimpianto fra l’attuale presidente, Sebastiani, e Beppe De Cecco perché fu un binomio perfetto e possibile duraturo. Sebastiani è definito “l’uomo dei conti” perché riesce a mantenere i bilanci in ordine e non è un caso che sia ancora all’interno della società a distanza da 10 anni. La scelta dell’allenatore? Con Di Francesco discutemmo per il rinnovo di un altro anno poi decise di andare a Lecce e per noi fu una doccia fredda. Noi scegliemmo 3 allenatori che furono Lerda, che incontrammo a Torino, Calori a Pescara mentre Zeman a Roma. La scelta condivisa fu su un allenatore che sposò il nostro progetto ed il tecnico boemo era colui tra i 3 che entrava nei nostri piani, nonostante fosse il più esoso. In percentuale quanto ha inciso il boemo? Parto dal presupposto che quella squadra era molto vicina alla squadra, sicuramente Zeman trovò una sinergia societaria che mai si sarebbe aspettato e lui incise molto. Sono dell’opinione che sono i calciatori ad andare in campo ed è giusto che si prendano meriti maggiori. Il colpo di mercato targato Delli Carri? Ci sono stati tanti aneddoti, come ad esempio la scelta Insigne incise molto Zeman perché il calciatore aveva un accordo con il Crotone, lo stesso discorso vale per Immobile, un giocatore che l’anno precedente a Grosseto fece solo 2 gol era impensabile puntare su di lui. Lo seguivamo da tempo ed eravamo in trattativa con lui ma naturalmente io spingevo perché era adatto a noi ed al gioco di Zeman, il mister in quel momento non aveva una buona idea su di lui. L’allenatore mi seguii anche su Nielsen ed analizzando anche la squadra dell’anno precedente cercando di incastrare quelli che sarebbero stati i possibili papabili rimanenti con quelli in partenza e li incastrammo bene dicendo al mister che per noi Verratti era un giocatore fondamentale. Avrei potuto prendere Sau con un accordo già fatto con un prestito di 250.000 euro ed un riscatto di 2 milioni, alla fine la trattiva saltò perché al mister non piaceva ed io non volevo fare una forzatura.”
Alla viglia del campionato 2011-12 Verratti era nel mirino del Padova. La risposta dell’ex ds: “Mi chiamò Rino Foschi dicendomi che era interessato a Verratti proponendomi 2,5 milioni per la metà per poi rivederci l’anno successivo. Mi convocò a Bologna proponendomi 2 giocatori, che erano Bisente e Legati, in cambio del ragazzo per 2,5 milioni. Chiamai Sebastiani e mi disse di no. In quel momento De Cecco aveva paura che Verratti si facesse male in ritiro a causa degli allenamenti di Zeman. Il mister sull’aspetto economico non entrava mai, se prendevamo la decisione di vendere Verratti per lui l’alternativa era prendere un altro giocatore.”
Il Pescara andò vicino all’acquisto di Mauro Icardi, all’epoca attaccante della Sampdoria: “Fabio Lupo parlò con il suo procuratore dicendogli di trovargli una squadra perché alla Samp non poteva rimanere per questioni disciplinari. Mi chiamò i primi di gennaio e mi disse di prenderlo, io non avevo dubbi ma volevo vederlo in Primavera e mandai Ferdinando Ruffini a Parma, in quel momento decidemmo per il sì. A quel punto andai dall’allenatore e in periodo avevamo una soluzione per Maniero per portarlo al Barletta. Dissi a Zeman di prendere un altro giovane da poter mettere dietro ad Immobile. Lui mi disse che gli sarebbe andato bene ma la forte amicizia tra Immobile e Maniero aveva paura che si potesse rompere. Con tranquillità rifiutammo l’offerta di Icardi.”
La trattativa di Verratti al PSG: “Il primo approccio con Leonardo era sulla base di 8 milioni ed io rifiutai. Mi richiamò la seconda volta ed andai a Parigi con Donato Di Campli e la trattativa doveva essere in riservatezza ma ci beccarono le telecamere di Sky e si sparse la voce della trattiva e nel frattempo Leonardo stava parlando con il ragazzo. La recriminazione che posso darmi è che con l’esperienza di oggi mi sarei tenuto un 10% sulla possibile rivendita. Alla fine la vendita fu di 12,5 milioni di euro che furono fondamentali per le casse della società per via dei problemi del primo anno e Sebastiani fu fondamentale perché tenne in piedi la baracca ed il percorso da fare per tenere in vita la società era quello di vendere i giocatori e nonostante oggi venga criticato riesce ogni anno ad iscriversi ai campionati e quelle 2 retrocessioni dalla A alla B Sebastiani non sarà affiancato da qualcuno potrà dare solo quello. Verratti incise molto su Zeman sotto l’aspetto fisico, il suo lavoro ebbe un impatto sul ragazzo perché riuscì a reggere gli allenamenti. Immobile ancora oggi ha ancora fame ed Insigne rende dove ci sono giocatori che lo amano. Su Balzano trattammo prima dell’arrivo di Zeman. Io e Sebastiani andammo a Barletta per vederlo e per discutere sul lato economico nonostante la Lodigiani stesse fallendo. Noi avevamo già fatto il contratto con il suo procuratore ma dovevamo aspettare se dare un contributo economico alla Lodigiani oppure aspettare il fallimento. È un giocatore graditissimo al mister e la stessa cosa fu anche per Bocchetti, che lo ebbe al Napoli, e nonostante sapessimo le problematiche della sua pubalgia Zeman era sicuro che dopo 2 mesi sarebbe tornato in campo. Per noi fu anche una stagione travagliata a causa delle scomparse di Mancini, Morosini e del tifoso Domenico però allo stesso tempo ci portò grandi soddisfazioni.”
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