L'anno scorso, con Alberto Colombo in panchina, Salvatore Aloi era partito un po' in sordina, complice un problema al legamento collaterale del ginocchio che lo aveva costretto ai box nelle prime 6 partite, poi ha sempre giocato, playoff compresi, tranne che in 2 gare (Potenza e Gelbison nel girone di ritorno) aumentando il suo minutaggio fino a conquistare anche il nuovo allenatore, Zdenek Zeman, pur essendo ritenuto il centrocampista meno adatto del lotto al suo 4-3-3. In estate il boemo lo ha voluto ancora in riva all'Adriatico, unico superstite del reparto mediano della scorsa stagione, ed ha puntato forte su di lui, schierandolo play o mezzala alla bisogna. E Aloi, fedele soldatino, ha sempre risposto presente, risultando spesso tra i migliori, anche nelle giornate meno felici (e sono state tante) della squadra. Sempre titolare nell'interregno di Bucaro, Aloi è stato scelto anche da Cascione nella sua gara di debutto come l'uomo di esperienza da affiancare ai giovani Squizzato e Dagasso. E l'ex Avellino, che finora ha messo insieme 2190 minuti in 31 presenze, Coppa Italia inclusa, con 2 reti all'attivo, non ha tradito. Paradosso nei paradossi del Delfino 2023-24, il tuttofare originario di Melito di Porto Salvo va in scadenza al 30 giugno e finora ogni fumata per il rinnovo è stata nera. E a questo punto è difficile ipotizzare la sua permanenza a partire da luglio, come già accaduto l'anno scorso a Tommy Cancellotti, che era anche capitano, ed anni prima a tanti, troppi giocatori portati a fine contratto e poi lasciati andare (ad esempio Balzano a Maniero).

Sezione: News / Data: Mer 27 marzo 2024 alle 10:30 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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