Lo avevamo scritto già ieri, UNICI in tutto il panorama nazionale che invece dava per certa una riconferma. Silvio Baldini non ha voluto proseguire il percorso col Pescara, fatalità con le stesse parole da noi usate come titolo: "E' finita la magia". No, tranquilli, non c'eravamo accordati col tecnico toscano, nè abbiamo scritto noi il copione di questa clamorosa uscita di scena, a pochi giorni dalla straordinaria promozione in serie B. Bastava solo essere meno coinvolti o magari meno superficiali per cogliere in anticipo certi segnali che non potevano che portare a questo epilogo. Innanzitutto il lungo rincorrersi tra staff societario e tecnico (vengo io, no vieni tu...), poi l'incontro interlocutorio che rimandava ad un annuncio più volte rimandato e certe frasi sibilline che abbiamo già citato, con Silvio Baldini che considerava una ferita ancora aperta il duro confronto con la tifoseria a marzo, quando la squadra andava in folle. Insomma, si è spenta la luce e, per stessa ammissione di Baldini, non c'erano più lo stesso entusiasmo e le stesse motivazioni dell'estate scorsa, per cui ha preferito fermarsi per lo meno fino a gennaio. Qui ci permettiamo di eccepire, perchè questo allenatore straordinario (nel senso di fuori dall'ordinario) dà il meglio quando può entrare subito in empatia con un gruppo, galvanizzandolo e plasmandolo, meglio ancora se si tratta di una rosa sottovalutata e snobbata dagli addetti ai lavori, come successo a Pescara. Non lo vediamo protagonista nel mercato di riparazione invernale, con squadre già costruite e con obiettivi da recuperare: per questo sono molto più idonei i vari Castori, Bisoli o Nicola. Lui no, è diverso e crediamo farà fatica a trovare collocazione a percorso iniziato. Non sono bastati, quindi, un ingaggio decisamente superiore alle abitudini del presidente Sebastiani e la promessa di un mercato propositivo. "Preferisco fermarmi e dedicarmi alla famiglia", ha spiegato nel suo lungo comunicato Silvio Baldini. Cosa succederà ora? Non siamo maghi neppure noi, ma l'impressione è che la società avrebbe fatto eccezioni solo per lui e dopo il gran rifiuto tornerà alle logiche del tecnico emergente o in cerca di riscatto dopo delusioni in serie (Oddo? Di Carlo? Zauli?) che si accontenterà di un ingaggio al ribasso e permetterà alla società di fare quello che da tempo sa fare meglio: acquisti in prospettiva, al risparmio e giocando di sponda con i procuratori che sanno che Pescara è una piazza che può ridare smalto e valorizzare carneadi. Dovrebbero partire l'eroe dei playoff Plizzari (con Baldini sarebbe rimasto), in prestito dal Venezia e che il Pescara lascerà andare magari in cambio di un prospetto interessante, come il Primavera 2006 Marco Ladisa, ala sinistra e i gioiellini Dagasso (Lecce, in cambio di Rafia) e Arena. Insomma, tramontata la magia e la possibilità di sognare un campionato garibaldino, lo scenario appare quello di un ridimensionamento delle ambizioni, accontentandosi di fare esperienza. A questo proposito ci pare curioso, anzi molto strano il silenzio di Marco Verratti, già presentato da Sebastiani come fondamentale partner del nuovo Pescara. Nessuna intervista, nessuna dichiarazione ufficiale ha però finora suffragato o dettagliato questo ingresso, che da informazioni ufficiose appare più un sodalizio con lo stesso Sebastiani, simile a quello che intrecciò nel 2016 con l'ex bomber dell'Udinese Simone Pepe, che chiuse la carriera in biancoazzurro per poi diventare procuratore sotto l'ala del presidente. In pratica Verratti sarà azionista di una società che a sua volta deterrà quote della Pescara calcio, quindi non entrerebbe nel Cda e nelle scelte gestionali. Questo non vuol dire che l'inattesa promozione abbia solo illuso i tifosi, anzi alla luce di quanto scrivemmo mesi fa è stata provvidenziale, non solo per il bilancio societario (un altro anni in C avrebbe appesantito i già asfittici conti, in B invece gli introiti dei diritti tv sono ben altri..) ma anche per ricreare un entusiasmo ed una scossa di adrenalina che questo ambiente non vivevano da troppo tempo. Quindi grazie, Silvio Baldini, è stata solo una primavera, ma la brezza che hai portato a Pescara resterà a lungo nell'aria. Come a Palermo hai scelto di scendere dal carro sul più bello, con coraggio ed onestà. Una scelta difficile e che delude la piazza, ma che va rispettata.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 19 giugno 2025 alle 12:52 / Fonte: di Andrea Genito
Autore: Andrea Genito
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