Le parole dei senatori dello spogliatoio nelle scorse settimane avevano già acceso un campanello d’allarme, poi diventato un vero e proprio segnale assordante dopo le ultime due uscite del Pescara Calcio. In appena due gare, contro Palermo e Monza, la squadra ha incassato sette reti, mostrando una fragilità preoccupante e una povertà di gioco offensivo che ha lasciato pochi alibi al tecnico Vincenzo Vivarini.

È vero che di fronte ai biancazzurri si sono presentate le due corazzate del torneo, ma più che il risultato in sé è stato il modo in cui sono maturate le sconfitte a convincere la dirigenza ad accelerare per il cambio di panchina. Prestazioni opache, atteggiamento rinunciatario e una squadra che ha dato la sensazione di aver smarrito fiducia e identità.

Curiosità: le ultime due vittorie del Monza hanno provocato due esoneri consecutivi — prima quello di Luca D’Angelo a Pisa, poi quello dello stesso Vivarini.

L’allenatore paga, forse più di quanto meriti, una situazione complessa e un contesto tutt’altro che ideale. Oltre ai risultati deludenti, il tecnico ha dovuto fronteggiare un’emergenza infortuni pesantissima: fuori a lungo Pellacani, Olzer, Tsadjout, Merola e Oliveri, giocatori fondamentali nello scacchiere pescarese.

A ciò si aggiunge una rosa costruita in extremis, con evidenti lacune strutturali e diversi elementi arrivati a mercato quasi chiuso e in ritardo di condizione.

Tuttavia, per la società, tutto ciò non basta a giustificare un rendimento così al di sotto delle aspettative: secondo la dirigenza, si poteva — e si doveva — fare di più.

Sezione: News / Data: Mar 11 novembre 2025 alle 12:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
vedi letture
Print