Consueto appuntamento di “Cuccioli&Campioni” e l’ospite di oggi è stato Valerie Bojinov, attaccante del Pescara arrivato da svincolato a gennaio. Bojinov ha risposto alle domande dei bambini del settore giovanile del club biancazzurro assieme a Bruno Nobili, Mila Cantagallo e Marco Pompetti, centrocampista del Pisa cresciuto nel settore giovanile del Pescara. Le parole di Bojinov: “È stato bello tornare ad allenarsi in campo, vedere i compagni ed il professore. Tornare al Poggio degli Ulivi è stata una cosa nuova perché dopo 2 mesi non poter fare nulla e grazie a coloro che ci hanno dato la possibilità di tornare ad allenarci è stato bellissimo. Com’è stato tornare in Italia? Per me l’Italia sarà sempre la mia prima casa, nonostante io sia bulgaro qui sono diventato un uomo e giocatore. È sempre un grande piacere tornare in questo paese, ho avuto modo di girare altri Paesi ma qui si sta bene con mare e montagne e si mangia bene. Quando ero piccolo cominciai a guardare le cassette di “Italia 90” e mi appassionai al calcio. Iniziai a giocare ed allenarmi. La squadra mi ha accolto bene, mi faccio voler bene ed essendo molto scherzoso la mia esperienza mi da questa facilità di entrare in un gruppo bellissimo e favoloso, c’è un mix tra giovani ed esperti e con la mia umiltà e rispetto loro contraccambiano. Il gol più bello? Ne ho fatti abbastanza e vorrei fare un bel gol con il Pescara, questa società merita la serie A ed il mio obiettivo sarò quello della promozione anche se non sarà facile. Ho avuto la possibilità di giocare con Zeman come esterno sia a destra che a sinistra e li cambiai ruolo, finché il mio corpo e la mia testa mi diranno che potrò fare cose qualcosa in avanti lo farò, anche se non so difendere e fare il centrocampista, mi piacerebbe fare come Pirlo. Ho 34 anni e nella mia testa mi sento giovane, guardo altri sport ma non ho una grande passione come il calcio. In questo periodo non potermi allenare e vedere le partite è stata dura. Il gol clamoroso che ho sbagliato? Non mi ricordo anche se i gol facili davanti la porta e ti senti sicuro di segnare sbagli oppure prendi la traversa perché nella testa pensi di aver già segnato.  In questo periodo di quarantena e tutti i giorni ci sentivamo con tutti, specialmente con Scognamiglio, Balzano, Maniero, Crecco e Fiorillo. Per qualsiasi giocatore è un onore giocare nella Juventus, ho avuto la possibilità di conoscere quella tifoseria e società e ho conosciuto campioni che vinsero i Mondiali del 2006 avendo anche modo di imparare grandi cosi. Conobbi Legrottaglie in squadra e adesso è il mio allenatore, è una bellissima sensazione. Quando arrivai a Lecce avevo 11 anni mentre a 19 anni ero alla Fiorentina. Arrivai da solo a Lecce per fare un provino, pensavo di fare 5-6 giorni per poi tornare a casa ed il direttore sportivo mi disse di rimanere a Lecce. Per me era una cosa stranissima perché lasciai la mia famiglia e già pensai che l’Italia sarebbe stata il Paese adatto dove giocare. Quando facevo il raccattapalle vidi in campo Buffon, Zidane e Ronaldo il Fenomeno e capii che in futuro dovevo fare il calciatore. Zeman è un personaggio, all’inizio quando partimmo in ritiro mi dissero che con lui si correva molto anche se io non ci credevo molto. Ci faceva mangiare in modo sano senza pasta. Andammo a fare una corsa e lui affianco a me con una bicicletta ed una sigaretta mi disse che per giocare dovevo correre. E’ una persona seria dove ci puoi anche scherzare, quando vidi i risultati aveva assolutamente ragione. Nonostante la quarantena mi allenavo anche sulla spiaggia e sull’asfalto, se non mi preparo bene faccio fatica. Da Zeman passai a Dino Zoff alla Fiorentina e arrivai preparato anche se non c’è la facevo. Ho trovato buone strutture nelle squadre in cui ho giocato e devo dire che anche il centro sportivo del Pescara è molto bello. Spero che il presidente possa ritoccare un altro po' la struttura perché sarebbe molto importante. Ero molto legato a Ronaldo il Fenomeno e all’Inter perché Muorinho vinse il Triplete. Il giocatore più forte che abbia mai incontrato? È stato Buffon, ho avuto modo di allenarmi con lui e devo dire che è difficile segnargli. Il mio primo pensiero su Pescara è stato che anni fa hanno giocato in questa piazza anche Insigne, Immobile e Verratti. Spero di ricominciare perché senza il calcio per me è difficile, gioco da tanti anni e non riprendere sarebbe strana per colpa del virus. Dobbiamo tornare perché ne abbiamo bisogno, sia noi come giocatori che voi giornalisti e alla tifoseria e anche economicamente l’Italia ha bisogno del calcio con le giuste precauzioni.”  

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 05 maggio 2020 alle 21:06
Autore: Riccardo Camplone
vedi letture
Print