Alla vigilia il pareggio sembrava non servire a nessuno. A conti fatti, lo 0-0 maturato tra Carpi e Pescara, di certo non è utile per i locali, ma tutto sommato non dispiace agli abruzzesi che, in una giornata difficile, guadagna un punto sul Verona e allunga su Cittadella, Spezia e Perugia garantendosi, a meno di cataclismi, un posto nei playoff. Anche il risultato tutto sommato è giusto. Meglio i locali nel primo tempo, meglio gli ospiti (nettamente) nella ripresa, ma senza trovare il colpo del ko. Il Carpi non ha alternative. Deve vincere per continuare a sperare nella salvezza o almeno nei playout. E lo fa con la solita volontà ma anche con tutti i limiti che la classifica dimostra in maniera eloquente. È aggressiva la squadra di Castori, arriva prima sulle seconde palle riuscendo a dare un po' di continuità all'azione. Chiede a Crociata un grande lavoro difensivo su Brugman, poi cerca di allargare il gioco, soprattutto sulla destra tra Del Grosso e Crecco oppure prova a muovere la palla per cercare l'imbucata. Quando gli spazi sono chiusi si affida senza successo al tiro da fuori. Ma il Pescara tiene bene, grazie a Fiorillo che in avvio mura Rolando e poi si ripete su Marsura che prende il tempo a Ciofani su un pallone che rimbalza al limite dell'area. Il Pescara, che ha Antonucci sulla destra al posto di Marras, fa una gran fatica a costruire gioco. Brugman, francobollato quasi a uomo, si defila lasciando a Memushaj il compito di impostare, ma le occasioni migliori il Delfino se le costruisce sempre in contropiede, quando gli avversari perdono palloni in uscita. Prima è Sottil a fallire a tu per tu col portiere, poi ancora per due volte (soprattutto al 38' su palla persa da Coulibaly) ha la possibilità di andare in campo aperto ma al momento della rifinitura le spaziature offensive non sono buone e, soprattutto, non c'è mai nessuno ad attaccare con il tempo giusto il secondo palo. La ripresa ha un canovaccio molto diverso. Il Carpi emette l'ultimo chiaro segno di vita al 48' con una bella azione personale di Crociata che, solo davanti a Fiorillo, tira fuori sul recupero di Perrotta. Questo è il canto del cigno. Poi la formazione di Castori, gradualmente, si spegne e il Pescara si prende il campo. Perché gli emiliani non hanno più la compattezza per pressare, si allungano, abbandonano al proprio destino i quattro della linea difensiva, ma nelle tante situazioni nelle quali i biancazzurri vanno in campo aperto, manca sempre la lucidità al momento delle scelte finali. Arrivano la traversa di Sottil, le occasioni dello stesso ex viola e di Bellini, ma soprattutto tanti passaggi che attraversano l'aria piccola senza trovare qualcuno in grado di buttarli dentro. E' comunque un segnale di vitalità, a pochi giorni dallo scontro diretto casalingo contro il Verona che potrà dare un volto quasi definitivo alla classifica in vista degli spareggi promozione. E si può essere moderatamente ottimisti. Pur con tante assenze, sono arrivate conferme importanti sulla crescita di Sottil, sui progressi di Bellini e la ritrovata brillantezza fisica di Del Grosso. 

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mar 23 aprile 2019 alle 12:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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