“Bisogna ritrovare il gioco: se non crei occasioni lì davanti, non vai lontano”. Andrea Camplone, uno dei tecnici cresciuti nella scuola galeoniana del 4-3-3, da qualche settimana non è più sulla panchina del Cesena (esonerato lo scorso 30 settembre dopo aver affrontato proprio la Pro Vercelli perdendo 5 a 2) e, tornato in città, segue con interesse, da cuore biancazzurro qual è, le sorti del Pescara. Che non gira come dovrebbe. E non rispecchia le aspettative della vigilia. Insomma, non pare una macchina da calcio-spettacolo come da tradizione quando Zeman siede in panchina. Perché? “La squadra per me è stata costruita secondo alcuni requisiti cari all’allenatore – dice il 51enne Camplone – , ad esempio l’età anagrafica: ci sono molti giovani, specie in attacco e a centrocampo. Da tifoso, però, devo ammettere che non stiamo vedendo un calcio come quello al quale ci aveva abituato Zeman. Se guardiamo a sei anni fa, ad esempio, c’è poco. E’ vero che sono cambiati anche gli interpreti… ma il gioco spumeggiante, veloce, con tagli degli esterni e una bella fluidità di manovra, non c’è. Probabilmente la squadra in questo momento non recepisce i dettami dell’allenatore. Sta facendo fatica, ma non è l’unica squadra. Anche altre big, come Perugia e Cesena, faticano”.

Camplone ha visto la partita persa a Bari domenica scorsa e domani sarà all’Adriatico per vedere quella contro la Pro Vercelli: “L’ho vista anche a Bari, un tempo quelle partite Zeman le avrebbe anche perse, ma non uno a zero, magari quattro a tre, o tre a due. Va detto che il Bari attuale è una corazzata. Ma ho visto una squadra rintanata nella sua metà campo”.

Il Pescara che fatica a fare gol è un’anomalia. “Sta creando poco, e questo è un problema. Eppure Del Sole era partito bene, Pettinari anche. Capone ha segnato. Un periodo di appannamento, in fondo, ci può anche stare”.

L’ex allenatore di Lanciano, Perugia, Bari e Cesena è abituato a parlare di calcio con grande serenità, come solo la vecchia scuola del mondo del pallone – emersa dalla meritocrazia e dalla gavetta – sa fare: alla domanda sulle reali ambizioni di questo Pescara, l’allenatore pescarese risponde secco: “E’ una squadra competitiva, ma non può arrivare a giocarsela con avversari del livello di Frosinone o Palermo, per esempio. Poi ci sono Bari, Parma. Insomma, le squadre di vertice le stiamo scoprendo. Credo, però, che la squadra biancazzurra possa lottare per entrare tra le prime otto e giocarsi la stagione ai play-off”.

Già, per riuscirci avrà bisogno di gol. Quelli di Simone Ganz? “E’ un attaccante importante, che tutti in B volevano l’estate scorsa. Io l’ho cercato per il Cesena nell’ultimo mercato, sapevo che su di lui c’erano anche Palermo e Foggia. Il Pescara l’ha preso, e adesso non gioca. Strano, ma non entro nel merito di certe questioni. Merito di Pettinari, che ha avuto quell’esplosione iniziale e ha conquistato la fiducia del tecnico. Ma è anche probabile che Ganz non sia al cento per cento o faccia fatica a fare ciò che gli chiede Zeman. Non dimentichiamoci che in rosa c’è anche Cappelluzzo, per me un ottimo attaccante”.

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 17 novembre 2017 alle 10:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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