Tanto perché non sembri un atto di accusa, diciamolo subito. Chi c’è è sempremeglio di chi non c’è. Chi fa è sempre meglio di chi non fa, anche quando si tratta di gestire una società di calcio. Perché ci mette la faccia, l’impegno e qualche volta anche i soldi. Dunque Daniele Sebastiani può essere simpatico o antipatico, condiviso e non condiviso, ma merita rispetto, anche perché i risultati tecnici della sua gestione non sono certo negativi. Detto questo, ci sono cose che destano perplessità. Buon’ultima la duplice cessione di Del Sole e Delli Carri alla Juventus. Era proprio necessario vendere anche loro, pur non essendo entrati soldi della cessione di Zampano? Viene spontaneo chiedersi come mai il Pescara, che da anni è una delle società cadette che più incassa dalle cessioni in sede di mercato, abbia sempre e comunque bisogno di vendere i suoi gioielli a fine anno per rimettere a posto il bilancio. E’ vero, un club di queste dimensioni non può pensare di tenere a lungo i giocatori quando questi diventano importanti. Questo è comprensibile, soprattutto con la forza contrattuale che oggi hanno giocatori e procuratori.Ma i ragazzini? E’ evidente che oggi la società non è in condizione di chiedere ai propri soci di mettere neanche un euro nelle casse sociali. E questo impone di vivere alla giornata, di vendere il primo prodotto buono che ti capita tra le mani. Se fino a poco tempo fa la parola d’ordine era patrimonializzare, cioè creare patrimonio per la società, oggi si pensa solo a monetizzare. Altrimenti non si spiegherebbero le cessioni di Toreira dopo sole 5 presenze in B, di Coulibaly dopo 9 spezzoni di partita, e adesso di Del Sole e Delli Carri che si erano appena affacciati alla prima squadra. Sì, certo, magari con la percentuale sulla rivendita, tra qualche anno questa operazione si rivelerà un affare. Ma oggi lascia un senso di amarezza, perché ci si rende conto che oggi purtroppo, a questo gruppo dirigenziale (per scelta o per necessità) manca una prospettiva. Perché sbandierare l’importanza di avere Zeman che dovrà valorizzare i nostri giovani se poi quei giovani vengono ceduti dopo una sola partita? Per carità, non c’è nulla di illecito e non si può fare una colpa a nessuno di non avere risorse sufficienti. Ma neppure si può impedire a chi osserva di avere perplessità, quando si vede depauperare il patrimonio tecnico del club. Una perplessità di principio che neanche un campionato vinto potrebbe cancellare. Perché far quadrare i conti stringendo la cinghia è meritevole. Farlo vendendo o impegnando un po’ alla volta i beni di famiglia, forse non è un po’ meno

Sezione: Focus / Data: Ven 01 settembre 2017 alle 15:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
vedi letture
Print