Il portierone biancazzurro Vincenzo Fiorillo si è raccontato al collega Claudio Giambene per il portale gianlucadimarzio.com: "Ho iniziato a fare il portiere non per vocazione, ma perché in porta non voleva andarci nessuno. In qualche modo dovevamo iniziare a giocare.

Per la traversa di Melchiorri e quella promozione sfumata piansi, ma è proprio in quel momento che si è creato un legame indissolubile con i pescaresi. Sull'offerta del Qarabag? Per prima cosa sono andato a vedere su internet dove fosse. Pensavo di essere uno dei tanti nomi buttati lì e invece ero il primo obiettivo. Il mio agente Simone Pepe, più o meno scherzando, diceva che si erano fissati con me. Ho preso la decisione più lungimirante: restare. Mi davano la possibilità di far viaggiare la famiglia in modo illimitato. Sono un club all’avanguardia ma io sto bene qui. Montesilvano mi ricorda la mia Oregina: il mare, i quartieri popolari, le strette di mano sincere. Mi sento uno di loro.

È la mia quinta stagione a Pescara, sogno una nuova promozione e sono vicino a diventare il portiere con più presenze nella storia del club. Paolo Bordoni ne ha fatte 130, io sono a 112. È un record a cui tengo molto". 

Era il 2008, c’era Mazzarri in panchina e si parlava di lui come “il nuovo Buffon”. Facile perdersi a quell’età, anche per un ragazzone di 1,90 poco incline a contenere certe esuberanze giovanili. “Cose che impari col tempo. Essere atleti sempre, non solo quando indossi i guanti. Non capivo l’importanza di quei momenti. Oggi ho 28 anni e ogni tanto catechizzo i più giovani. Ripenso ai miei errori, spero che siano più veloci di me a capire che il tempo passa in fretta e non va sprecato”.

Sezione: Focus / Data: Ven 05 ottobre 2018 alle 17:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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