Anche se per il Pescara sa di beffa, visto che si trattava solo di resistere un altro po’, quello scaturito all’Adriatico è un risultato aderente alla storia della partita. Zauri sperimenta il quarto modulo stagionale, rispolverando la difesa a tre, ma con un centrocampo a due mediani, vista anche l’assenza di Palmiero. Baroni, invece, conferma l’idea tattica con la quale ha battuto la Salernitana. Ma il tecnico ospite dopo 10’ perde per infortunio (si fa male da solo) Kingsley (esce in barella) che fino a quel momento era stato il migliore dei ventidue. Al suo posto entra Arini che al 25’ sciupa la prima palla-gol dell’incontro spedendo alto da ottima posizione, su cross di Migliore. Da quel momento in poi la gara diventa più vivace, pur con la stessa trama narrativa: cioè, Cremonese con maggiore possesso palla e Pescara pronto a sfruttare eventuali ripartenze.

TEMA TATTICO. Un tema che si ripropone anche ad inizio ripresa. Però poi il Pescara prova al alzare un po’ il suo baricentro. In realtà per spezzare l’equilibrio bisognerebbe introdurre qualche elemento di novità della manovra, però avendo le due squadre trovato un assetto che consente reciprocamente di non rischiare troppo, al netto delle con politiche offensive restrittive. Nessuno azzarda la prima mossa. Così la sfida si trascina non proprio stancamente, ma quasi, verso la parte finale. Intanto, nota di curiosità, i 48 tifosi giunti da Cremona (un bel viaggetto) si prendono gli applausi dei colleghi biancazzurri per uno striscione commemorativo di un ultras del Pescara, poi contestano civilmente i propri giocatori (nessun coro contro, solo un altro striscione “meritateci”) e abbandonano il loro settore: qualcuno riparte, altri si trattengono al bar sotto la curva. Che coraggio!

LA GARA. Tornando alla gara, comincia a serpeggiare il timore di dover assistere ad un finale non troppo esaltante. Non sarà così. Anzi, improvvisamente la gara si infiamma. Al 25’ Borrelli di testa chiama agli straordinari Agazzi. Baroni vede che i suoi stanno cominciando a schiacciarsi, allora immette la velocità di Palombi per cercare di allungare un po’ la difesa adriatica. Insomma, mosse di una partita a scacchi. Ma... c’è un ma, cioè l’erroraccio di Agazzi sulla punizione (rasoterra e da lontanissimo) di Galano che improvvisamente stravolge tutto. Mancano appena 10’ alla fine che sono di frenesia per gli ospiti e di muro da erigere per padroni di casa. Muro che però crolla al 90’ quando Kastrati deve arrendersi alla punizione di Migliore, complice l’involontaria deviazione di Kastanos.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Sab 23 novembre 2019 alle 13:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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