Tra Perugia e Pescara sono partite mai banali, figurarsi questa. Già, perché la sfida in programma stasera in posticipo (ore 21) al Curi è stata preceduta da settimane di autentica fibrillazione, culminata ieri nella mancata conferenza di presentazione da parte di Massimo Oddo e iniziate in coincidenza delle ultime sconfitte con Cittadella e Pordenone, picchi negativi di un paio di mesi al ribasso. L'ordine di silenziare il tecnico, che in occasione delle ultime conferenze aveva risposto al Dt Goretti (tornato ieri dalla missione a Belgrado per Rajkovic con presupposti pare positivi), è partito dall'alto, con il probabile obiettivo di allentare la tensione favorendo la concentrazione dei giocatori, ma che rischia inevitabilmente di alimentare dubbi e chiacchiere sulla posizione di Oddo. Tant'è, sono scelte come quelle che spettano all'allenatore nel giorno in cui si troverà di fronte al proprio passato e a quella squadra della sua città che guidò fino alla A appena tre stagioni orsono. Sfida che lo vedrà affrontare un allievo come Luciano Zauri, ex compagno alla Lazio che lui stesso volle come collaboratore prima a Pescara e poi a Udine, e che dichiaratamente adotta un tipo di calcio tatticamente e filosoficamente simile al maestro. Sfida che lo metterà di fronte alla squadra più in forma del campionato, miglior attacco con 23 gol segnati, a segno da 7 partite di fila e cooperativa del gol con 10 giocatori capaci di bucare la rete. Paradossalmente il Perugia ha l'attacco in difficoltà, con 5 soli marcatori e una Iemmello-dipendenza latente, ha vinto solo una volta nelle ultime 6 gare e sempre subendo gol e insomma, sembra lontano parente della squadra di carattere che aveva iniziato il campionato lasciando intravedere trame di gioco più che apprezzabili pur nella discontinuità. 

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Dom 01 dicembre 2019 alle 09:00 / Fonte: Messaggero Umbria
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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