Cercava continuità il Pescara. Non l’ha trovata. Contro la Juve Stabia arriva una sconfitta amara (2-1) dopo una gara giocata bene nel primo tempo malgrado qualche contropiede di troppo subito, e dopo una ripresa non bella conclusa da un finale generoso in inferiorità numerica. Un risultato causato soprattutto a causa di due grossolani svarioni difensivi. Sviste che hanno coinvolto tutto il reparto. Manca Memushaj per un problema muscolare, ma per il resto Zauri conferma in blocco l’undici che ha schiantato il Benevento. Davanti stavolta c’è una squadra con meno blasone e meno qualità, ma con un grande ritmo, una fame assoluta di punti e un terreno di gioco piccolo, col manto sintetico, dove la palla corre veloce ed è sempre in gioco. Bisogna essere reattivi innanzitutto sul piano agonistico, altrimenti diventa tutto molto complicato. In effetti la serata rischia di mettersi subito male, perché i campani si vedono assegnare un rigore per un fallo di mani discutibile e comunque fortuito di Masciangelo. Ma Kastrati intercetta la conclusione di Forte. La squadra di Zauri coglie al volo l’occasione. Gioca con coraggio, spinge con i terzini e affonda sempre con le mezzeali, ma soprattutto trova nel baby Borrelli un catalizzatore importante della manovra, addomesticando palloni e smistandoli con precisione. Sembra sfondare con facilità il Pescara e trova il gol con Galano che devia in rete da due passi un assist di Busellato, dimenticato dalla difesa stabiese sul secondo palo. La squadra di Fabio Caserta però, mostra di avere risorse di carattere importanti. Malgrado l’errore dal dischetto e lo svantaggio, non molla di un centimetro, alza i ritmi grazie soprattutto al dinamismo dei centrocampisti e alla velocità dell’attacco. E sfrutta molto bene qualche problema di equilibrio del Pescara. Machin e soci accompagnano sempre l’azione con molti giocatori e quando perdono palla lasciano spazi tropo larghi nei quali gli avversari corrono velocissimi, costringendo la linea difensiva a rinculare e centrocampisti a spendere falli e ammonizioni. Proprio da una penetrazione centrale nasce il gol di Forte, sul quale tutta la difesa è in ritardo. L’1-1 all’intervallo è il giusto risultato di una sfida divertente, giocata su ritmi elevatissimi. Nella ripresa, dopo un breve forcing campano, sembra tornare l’equilibrio, ma su un lancio lungo, la difesa biancazzurra si muove male e Canotto con un controllo orientato, fa fuori tutti e fila dritto in porta. Gli abruzzesi sembrano accusare il colpo mentre il vantaggio moltiplica le energie dei padroni di casa. Zauri passa al 4-2-3-1 inserendo a destra il giovane Pavone che si fa vedere per un paio di buone iniziative. Ciofani si fa buttare fuori per doppia ammonizione, ma proprio con l’uomo in meno il Delfino trova energie e carattere mentre i gialloblù, dopo avere fallito molti contropiede e sprecato tesori di energie, aspettano il fischio finale come una liberazione dopo 6 minuti di recupero. A conti fatti un passo indietro, ma stavolta non tutto è da buttare.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mer 30 ottobre 2019 alle 13:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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