La rabbia del Perugia contro la tranquillità del Pescara. Era questo il leit motiv della sfida del Curi e non c'è dubbio che abbia vinto la rabbia. Dopo le assurde polemiche sula panchina di Oddo, l'ex tecnico biancazzurro vince 3-1 l la sfida a distanza con Zauri e costringe i biancazzurri a rinfoderare sogni troppo ambiziosi. Una vittoria costruita sulla forza, sulla corsa, sull'umiltà di chi ha saputo difendersi e colpire in ripartenza. Per il Delfino, sconfitto ma non bocciato, la sensazione di un'occasione persa, soprattutto in avvio, quando con un po' di cattiveria sotto rete, la storia del match avrebbe potuto prendere un'altra direzione. Poi sono arrivati i problemi difensivi, gli errori, e un fraseggio a volte bello ma senz'anima. Quando il Pescara palleggia e trova il tempo per aprire il campo per i terzini, è sempre pericoloso, su entrambe le fasce, come dimostra l'occasionissima fallita da Galano dopo 4 minuti. Oddo sceglie di non pressare alto, ma di aspettare dietro la linea della palla, lavorando sulle traiettorie, aspettando il momento giusto per l'aggressione. Ha meno palleggio rispetto agli abruzzesi ma anche lui fa le cose migliori sulla destra. Gli umbri sembrano in difficoltà davanti al fraseggio nel breve del Pescara, a volte non riescono a tenere gli inserimenti dei centrocampisti. Eppure alla prima fiammata trovano il gol. Agevolato da una dormita prima di Masciangelo che e poi di mezza difesa che consente a Iemmello di coordinarsi e segnare nel cuore dell'area. Il gol ha l'effetto di sciogliere la tensione che attanaglia il Perugia e trasformarla in energia positiva. Così, il match si ribalta in un attimo, la sicurezza degli abruzzesi diventa timidezza mista a un pizzico di pigrizia difensiva, mentre i padroni di casa mostrano una voglia feroce di vincere la gara. Fanno tutto con rabbia: contrastano, recuperano, ripartono e sempre da destra con Rosi costruiscono anche il raddoppio con Capone che si stacca, indisturbato, dalla linea difensiva, e segna di piatto. Un vantaggio meritato, che però non chiude i giochi perché proprio nell'unico minuto di recupero, Memushaj si conquista un rigore che Machin trasforma sfondando la porta. Esattamente quello che serviva al Delfino per restare in corsa dopo una prima fase di gara difficile. Infatti, al ritorno in campo, la squadra di Zauri riprende a tessere la sua fitta ragnatela, che attira gli avversari in pressing e poi cerca di infilarli con inserimenti e verticalizzazioni. Il gioco nasce e si sviluppa sempre sulla destra, dove però, non sempre si riesce a portare la superiorità numerica. L'inerzia della gara però è saldamente biancazzurra. Oddo lo sa, lo vede, e toglie un trequartista (Capone) per inserire un esterno difensivo (Mazzocchi) per ridare solidità alla sua squadra. Agli ospiti però, malgrado l'innesto di Maniero per Borrelli, manca la capacità di trasformare in occasioni da rete la mole di gioco. A forza di provarci invano, i biancazzurri nel momento migliore, concedono una ripartenza sulla quale Kastrati stende Dragomir conquistando il rigore che Iemmello trasforma.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Lun 02 dicembre 2019 alle 11:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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