Va bene, le attenuanti non mancano. Le assenze, la condizione precaria, l'organico da completare. Tutto vero, ma è vero anche che l'esordio del Pescara in campionato è stato veramente deludente. La Salernitana ha vinto con merito (3-1), giocando meglio, mostrando più qualità, più idee e un atteggiamento nettamente più aggressivo. Per Zauri c'è moltissimo lavoro da fare. Una grossa mano deve dargliela la società sul mercato, ma i biancazzurri anche con questo organico deve comunque fare qualcosa in più. Troppo brutto per essere vero l'esito del primo esame della stagione. Pochissima qualità a metà campo, poco movimento davanti, scarsa compattezza in fase difensiva. In tutto il primo tempo la squadra è vissuta solo sui rari spunti di Galano. In avvio di ripresa sono bastati pochi minuti di aggressività per trovare il pari con Campagnaro su palla inattiva. Ma a quel punto è mancata la compattezza e i granata hanno trovato spazi inauditi per riprendersi la gara e legittimare pienamente il risultato Salernitana parte guardinga, aspetta bassa per ripartire. Pescara vuol prendersi il campo, ma contro una difesa schierata servirebbe una velocità e una qualità maggiore. La squadra di Zauri alterna la ricerca del gioco sugli esterni con quella di un uomo tra le linee. L'idea base è quella di andare a riprendersi il pallone con aggressività e tenendo alta la linea difensiva. A volte va bene, a volte meno e in quelle circostanze si aprono varchi pericolosi. Per la Salernitana è l'occasione per attaccare la profondità con Giannetti e Jallow. Il Pescara svanisce con il passare dei minuti, superato dagli avversari in tutte le situazioni di gara. I padroni di casa prendono campo e s'impadroniscono del match, cominciano a sfondare su entrambe le fasce con Kiyine e Cicerelli, arrivando sempre in anticipo sulle seconde palle e creando i presupposti per il gol che arriva, sempre dalle corsie esterne, con Jallow che anticipa Bettella di tocca di testa sul palo lontano. Il Delfino è alle corde e la Salernitana sente l'odore del sangue. La traversa salva Fiorillo sulla punizione di Firenze e in un paio di occasioni i campani falliscono rifiniture abbastanza agevoli. In avvio di ripresa i biancazzurri sembrano cambiare faccia. Sono un po' più aggressivi e tanto basta per aprire qualche crepa nella difesa di Ventura. Ma proprio dopo il pari, che avrebbe potuto ribaltare l'inerzia psicologica del match, il Delfino si è liquefatto. Ha ricominciato a subire le scorribande di Cicerelli e Kiyne, che hanno devastato la retroguardia di Zauri senza che le mezzali arrivassero mai a raddoppiare, e consentendo agli esterni rivali di giocare uno contro uno e vincere tutti i duelli. Male fisicamente la squadra di Zauri ma questo, al momento attuale, può anche capitare. Di sicuro oggi c'è un problema importante di qualità in mezzo al campo mentre in attacco l'assenza di un vero esterno decisivo a sinistra, toglie ampiezza alla manovra e rischia di di appannare il talento di Brunori. Ovviamente è molto presto per trarre giudizi. Ma almeno i problemi sono chiari. E per il momento è questo l'unico motivo di ottimismo...

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Dom 25 agosto 2019 alle 10:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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