Un capolavoro su punizione di Memushaj risolve al Pescara un pomeriggio difficile ed evita la sconfitta casalinga contro l’Entella. Finisce 1-1 una gara chei liguri hanno interpretato in chiave esclusivamente difensiva, e che il Pescara non ha mai trovato la chiave giusta per aprire. Tranne (almeno un po’) nei 20 minuti finali grazie agli innesti di Machin e Cisco. Alla fine è un punto da tenere stretto, che però non allontana affatto l’impressione che i biancazzurri siano ancora piuttosto lontani dall’avere e applicare un’idea di gioco efficace. Dal punto di vista dei risultati per il momento si può essere soddisfatti, ma il progetto tecnico di Zauri per il momento è ancora in ritardo. Stavolta il Delfino cerca di aggredire subito la partita e gioca una buona decina di minuti in costante proiezione offensiva, con recupero alto della palla e attenzione sulle marcature preventive. Poi però, l’Entella fa valere la sua pressione alta e molto organizzata e per il Pescara cominciano i problemi. Perché i centrocampisti si fanno trovare poco e male, e gli attaccanti non vengono quasi mai a legare il gioco. Alla rete fortuita di Schenetti, i padroni di casa rispondono con una verticalizzazione di Kastanos per Di Grazia e con un tiro dal limite dello stesso attaccante. Per un’ora, praticamente tutto qui. Con il passare dei minuti, l’Entella si chiude e il Pescara comincia a sentire l’ansia della sconfitta che si avvicina. Cosa manca? Personalità in mezzo al campo sicuramente, la spinta dei terzini per aprire il campo in maniera efficace, ma a volte è proprio la squadra a sembrare ancora slegata, anche nei movimenti collettivi più semplici, le spaziature in attacco, dove Terzino, mezzala ed esterno d’attacco spesso finiscono per pestarsi i piedi. Di buono c’è che la fase difensiva tiene abbastanza bene. La ricerca della profondità di Mancosu e De Luca ha creato qualcosa solo nel primo tempo, liberando spazi tra le linee per Schenetti. Poi Fiorillo è stato praticamente uno spettatore annoiato. Perché dall’altra parte la squadra di Boscaglia, occupando bene tutti gli spazi, rendeva la manovra del Pescara ancor più lenta e prevedibile. Brunori, alla prima da titolare come centravanti, ci ha messo poco di suo, ma non ha ricevuto un solo pallone giocabile. A quel punto, scoccata l’ora di gioco, era evidente che servisse una mossa in grado di sparigliare le carte. Serviva un’iniezione di energia e creatività. Dentro Machin dunque, uno capace di inventare anche a costo di forzare le giocate e sbagliare. E dentro Cisco sulla sinistra. Qualcosa succede. L’ex parmigiano accende qualche timida luce, l’esterno piazza un paio di sgroppate di pura forza sulla fascia mancina e tanto basta per ridare a tutti l’impressione che qualcosa possa accadere. Il resto lo fa Memushaj, con una splendida punizione all’incrocio che salva il Delfino, fa muovere la classifica, ma non nasconde i problemi di una squadra che, per sperare in un campionato importante ha ancora una lunghissima strada da fare.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Dom 22 settembre 2019 alle 10:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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