E’ successo di nuovo. Avanti di due gol a venti minuti dal 90’, il Pescara si fa riprendere anche dalla Salernitana. Un altro pari-beffa, stavolta allo scadere, e altri punti gettati via. Dai possibili 9 punti, con le due rimonte subite la squadra di Zeman resta inchiodata a quota 5 in classifica. Succede, se sei una squadra nel bel mezzo del tuo percorso di crescita e non hai ancora assimilato quello che il tecnico predica ogni giorno in allenamento. La strada per diventare qualcosa di simile ad una squadra zemaniana è ancora lunga e di questo passo costringerà Brugman e soci a lasciare per strada altri punti, anche contro avversari tecnicamente e qualitativamente meno attrezzati, come gli avversari di ieri. Bollini (in discussione la sua panchina, in tribuna c’era l’ex tecnico del Frosinone, Roberto Stellone) trova una via di mezzo tra le sue idee e le imposizioni del presidente Lotito: 4-5-1 la fase di non possesso, tutti dietro la linea della palla per poi buttarsi negli spazi che i biancazzurri lasciano quando perdono palla. Fisicamente, però, fatica a contenere i biancazzurri. Come al 25’, sul break di Zampano a destra: accelerazione palla al piede, testa alta e palla pulita per il piatto di Capone che vale l’ 1 a 0. Primo gol in B per il baby atalantino. Se il Pescara non insistesse a regalare palloni nella propria metà campo, non ci sarebbe partita. Ma Bollini, che alla mezzora riporta Vitale in difesa e avanza l’ex Pucino nel tridente (anche lui un terzino), deve ringraziare Radunovic se al 37’ la squadra di Zeman non raddoppia: il portiere con la punta delle dita nega a Del Sole la gioia del primo gol in B. All’intervallo le buone notizie sono diverse: il Pescara è in vantaggio, gestisce bene la partita e, soprattutto, non subisce gol (è la prima volta dall’inizio del campionato). La Salernitana cambia veste nel secondo tempo: esce un terzino, Perico, ed entra un altro attaccante, il portoghese Alex al debutto in Italia. Zeman invece deve rinunciare a Proietti, infortunato, e davanti alla difesa piazza Carraro, troppo morbido nei contrasti e ancora poco coraggioso nel farsi dare il pallone dai compagni. La ripresa è il festival dell’antizemaniano: il Pescara si abbassa, non pressa, aspetta la Salernitana quasi davanti alla propria area e fatica a ripartire. Un andazzo che non porta lontano con i granata in versione ultra offensiva (entra anche Zito, poi Rodriguez). Campanello d’allarme al 20’: Perrotta perde un pallone innocuo, Bocalon e Sprocati confezionano la palla del pari, ma quest’ultimo calcia debolmente e concede proprio al centrale biancazzurro di leggere bene l’azione e salvare sulla linea (aiutato dal palo) la porta di Pigliacelli. Il pareggio mancato pare una condanna per la Salernitana, che sembra non avere più benzina. Al 27’ ne approfittano Benali, Brugman e Pettinari, costruendo la palla del 2 a 0, firmato ancora dal re del gol: un appoggio facile nella porta vuota per il suo 7° centro stagionale. Potrebbe chiudersi in anticipo il pomeriggio dell’Arechi, ma al 30’ Benali si mangia il tris ignorando Coulibaly, libero sul secondo palo. Un errore pagato a caro prezzo: al 33’ il destro dalla distanza di Sprocati fa palo-rete e accorcia. Le certezze del Delfino crollano, Pettinari soci escono dalla partita e si fanno schiacciare (Pigliacelli fa un miracolo si Zito) e subiscono il 2 a 2 beffardo diMinala al 90’.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Dom 17 settembre 2017 alle 11:00
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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