Un po’ è il calcio d’agosto e un po’ è il calcio di Zeman. Un cocktail che produce un Pescara-Triestina con tanti gol, alcune cose buone in fase offensiva, altre da migliorare in fase difensiva e, complessivamente, una partita che regala ai biancazzurri la qualificazione (5-3) col brivido dopo i tempi supplementari. Dall’altra parte, unìavversaria appena ripescata in serie C, ma brava a sfruttare il molto che i biancazzurri hanno concesso e fortunata nel non crollare nel primo tempo davanti a una specie di bombardamento abruzzese. Il primo tempo, sicuramente il migliore della serata, racchiude tutto il meglio e tutto il peggio del calcio del boemo. I pochi spetattoiri che hanno sfidato il caldo torrido vedono una squadra che fraseggia bene, muove la palla magari non con grande velocità ma con precisione e buona qualità di palleggio, Sfonda soprattutto a sinistra la squadra di Zeman, con le buone verticalizzazioni di Proietti e Bugman, con il talento di Capone che taglia il campo da sinistra aprendo il campo per le scorribande di Mazzotta sempre preciso al momento del cross. Meno fluido il gioco dall’altra parte dove Zampano attacca meno del solito. Creamolto il Pescara, che pure prende gol al primo assalto, con la difesa immobile su un corner. Sulla sinistra i padroni di casa sfndano colpo su colpo anche se manca qualcosa al momento della rifinitura e i movimenti degli attaccanti (non c’erano Ganz e Mancuiso) sono ancora da coordinare e soprattutto a volte servirebbe l’inserimento deciso dei cenrocampisti sui molti palloni messi indietro dalla linea di fondo. Tre gol annullati in dieci minuti fanno da corollario alla rimonta firmata da Pettinari e Brugman. Meno bene, decisamente, le cose in fase difensiva dove la fase di recupero palla è carente, non la riconquista della palla non è immediata e dove la squadra si allunga troppo presto lasciando campo alla Triestina che, malgrado la differenza di categoria, riesce a impensierire tre o quattro volte Fiorillo piuttosto seriamente. Problemi sprattutto a sinistra, dove mancano ancora i meccanismi di copertura per garantire a Mazzotta di potere offendere senza patemi. Al centro della retroguardia, Zeman fa debuttare il giovanissimo Delli Carri (decorosa la sua prova) e non si sa se lo faccia per effettiva convinzione o per far capire alla società che lì c’è almeno un buco da coprire in sede di mercato. Più spenti i biancazzurri nella ripresa dopo una doppia occasione con traversa di Proietti e Brugman che non riesce a ribadire in rete. Il Delfino abbassa i ritmi e con gli ospiti che dopo avere pareggiato con Arma prima dell’intervallo, ribaltano il risultato con troppa facilità sempre con il franco-marocchino. Solo un provvidenziale rigore di Ganz che, a tempo scaduto, rimanda tutto ai suipplementari.. Nell’overtime, Coulibaly, con il suo primo gol tra i professionisti, regala al Pescara una qualificazione comunque meritata sulla quale l’altro baby Del Sole mette il sigillo definitivo. La strada è lunga, ma questo si sapeva. La prima impressione, per quel che vale, è di una squadra con molto talento, ma un po’ tenera. Sabato a Brescia, nel secondo turno, la prima riprova. e fragile.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Lun 07 agosto 2017 alle 10:30
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
vedi letture
Print