La pescaresità di Grosso è forte, anche se dopo la carriera da giocatore ha scelto di vivere a Torino. Per misurarla, però, basta attendere i primi di giugno. Et voilà: eccolo apparire sulla spiaggia del lido Il Moro Pinalba, assieme a Tony D'Amico, l'attuale ds dell'Hellas Verona, anche lui pescaresissimo e fautore dell'arrivo di Fabio sulla panchina scaligera. I due, assieme agli amici di una vita, sono talenti del foot volley. Quando si spengono i riflettori del calcio, il posto fisso è al mare. Il suo mare. Quello che rende Fabio un beniamino dei pescaresi è il suo modo di essere, mai cambiato, neanche dopo aver alzato al cielo una Coppa del Mondo. Per lui, il calcio è sempre stato un lavoro, una ricerca maniacale del miglioramento. Da ragazzino lo rimproveravano perché troppo compassato? Lui senza fiatare è diventato in pochi anni uno dei migliori esterni del campionato di A. Le interviste? Non le faceva nei dilettanti, dov'era considerato un talento, non le gradisce neanche oggi, a 41 anni e seduto su una panchina prestigiosa come quella dell'Hellas. Le parole non gli piacciono, il campo lo fa impazzire. Questo è l'antipersonaggio Grosso, il ragazzo dell'antistadio che lunedì sera sfiderà di nuovo le sue radici e la squadra della sua città.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mer 12 dicembre 2018 alle 12:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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