Nel giorno più difficile, il Pescara si ritrova. Manca la vittoria di un soffio ad Avellino (2-2) ma manda un segnale confortante al campionato e, soprattutto a se stesso. E se sul piano tecnico il lavoro di Epifani si comincia a vedere, su quello psicologico la squadra ha dato una rsposta importantissima. Certo, resta il rammarico per aver viso sfumare la vittoria a tre minuti dalla fine per un fendente da fuori area di Di Tacchio, ma la prestazione resta positiva, solida, e resta pure l’impressione che il 3-5-2 possa essere una soluzione adatta per sfruttare le caratteristiche della rosa. I playout restano a distanza e, ovviamente, serviranno conferme, ma la gara del Partenio era un punto di svolta. Della squadra è piaciuta la personalità con la quale ha preso di petto la partita. Muovendo bene il pallone, fraseggiando in attesa degli inserimenti dei terzini, inserendo con continuità le mezze ali,e ottenendo da Mancuso un lavoro di raccordo generosissimo e fruttuoso. Una supremazia coronata da un palo dell’ex sambenedettese e da uno straordinario gol di Brugman che da oltre metà campo beffava Lezzerini, uscito alla disperata su un attaccante abruzzese. L’Avellino, chiamato a riscattare la brutta sconfitta nel derby d Salerno, nel finale di tempo ha guadagnato campo, ha chiuso i biancazzurri nella loro area, ma le situazioni favorevoli (sventate da un Fiorillo reattivo) sono arrivate su situazioni episodiche, in mischia oppure da lontano. Nella ripresa Novellino mette in campo tutta l’artiglieria pesante, affiancando Castaldo ad Ardemagni. Il Pescara si abbassa un po’ e le distanze tra i reparti diventano più lunghe, ma quando mettono la palla a terra è ancora pericolosissimo con Valzania che di piatto non trasforma un assist di Balzano. Arriva invece, sempre in mischia, il pareggio di Castaldo su rigore per un mani di Perrotta sul quale ci sarebbe da discutere. Il timore è che il gol subito possa far crollare il castello di Epifani, e invece è proprio qui che la squadra mostra i progressi più importanti. Invece di consegnarsi al ritrovato entusiasmo degli irpini, si rimette a giocare con personalità, si riporta stabilmente nella trequarti avversaria e costruisce, con un’altra azione bellissima, il gol del vantaggio che Valzania costruisce con una percussione e Mancuso realizza da due passi. La vittoria sfuma all’87 con un tiro da fori di Di Tacchio che raccoglie un rinvio corto di Fornasier. Ci poteva stare, vista l’insistenza della pressione biancoverde mentre il Pescara si era abbassato troppo. Epifani toglie una punta inserendo Carraro davanti alla difesa e avanzando Brugman sulla trequarti. Praticamente la mossa non funziona, ma l’idea era abbastanza sensata. Insensata semmai sarebbe stata la sconfitta, che Fiorillo evita al 92’, ancora su tiro da fuori, mentre Castaldo reclama invano un altro rigore. Tornare a casa con tre punti sarebbe stato meglio, ma l’impressione è che la squadra si stia ritrovando. Ha creato occasioni. C’è ancora molto da lavorare, ma torna un po’ di ottimismo. Forse c’è vita anche dopo Zeman

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Lun 19 marzo 2018 alle 11:30
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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