Sono sempre gli uomini gol a fare la differenza. Anche quando fremono entrando dalla panchina in corsa e spaccano la gara e il cuore della gente. A Dionisi basta una manciata di minuti per sbloccare il match con il Pescara, mettendo Maiello - solitamente prezioso come play nel rifornire i compagni - nelle condizioni di sbriciolare la difesa di Zauri colta di sorpresa dalla giocata “dai e vai” del formidabile attaccante reatino. Non pago di essersi preso la scena a modo suo, Federico si permette, poi, il lusso di fallire un gol facile facile, apparecchiato da Ciano per lui all’altezza del dischetto di rigore, e, infine, di chiuderla approfittando di un assist di Hass, altro cambio indovinato di Nesta in un finale vibrante. Il tecnico dell’incredibile rimonta gongola in sala stampa esternando la gioia di un ragazzino, incassando i complimenti dell’ex compagno di squadra, alla Lazio e al Milan, Giuseppe Favalli, sbarcato allo “Stirpe” per applaudire due vecchi amici. In poco più di due mesi l’ex perugino è stato capace di passare dalla zona playout al 2º posto, una palingenesi da promozione diretta a cui nessuno credeva più e, invece, ora prospettiva concreta. Già pregusta la sfida di sabato a Benevento contro l’amico Pippo Inzaghi che non gli farà sconti dall’alto del suo primato inattaccabile in classifica. Ma neppure ne avrà da Nesta. Perché il Frosinone visto in campo contro gli abruzzesi (tutt’altro che allo sbando, nonostante le prediche motivazionali del presidente Sebastiani) è compagine organizzata, umile e ambiziosa. Finalmente in grado di giocarsela contro chiunque alla 5ª vittoria di fila in casa e alla 3ª consecutiva in campionato. E il Pescara? E’ bello a vedersi, approccia la gara con l’atteggiamento necessario. Ma diventa puntualmente sterile in zona gol. Una stranezza per una formazione che può vantare il miglior attacco del campionato alla vigilia della trasferta ciociara. Zauri cambia ancora lo scacchiere, ma il Frosinone non si lascia distrarre dalle sfuriate effimere e dai palleggi in bello stile ma inutili di Galano. Nè travolgere dalla fiscità di Machin. Mentre Memushaj parte ringhiando poi però scema, constatando anche lui la compattezza dell’undici giallazzurro, concreto ed essenziale. Poi anche travolgente grazie, appunto, al genio di Dionisi.
LA GARA. Equilibrata e monotona, comunque, la gara. E’ costruita con caparbietà la prima vera palla gol del Frosinone solo al 20': Zampano si incunea a destra e con un abile gioco di gambe si libera e crossa sul lato opposto per l’accorrente Beghetto che ha il tempo di aggiustarsi la palla ma poi angola a lato. Alla mezzora esatta un contatto in area tra Busellato e Novakovich fa sussultare lo “Stirpe”. Ma Serra è a due passi e assegna una punizione a favore degli ospiti. La contesa perde anche quel po’ d’intensità col passare dei minuti. Il Pescara esce meglio nel palleggio, ma poi non va mai ad affondare i colpi, perdendosi sistematicamente in qualche tocco di troppo che consente al Frosinone, strategicamente prudente di suo, di sistemarsi davanti a Bardi senza correre mai rischi. Alla squadra di Nesta manca quella brillantezza che aveva caratterizzato le ultime prestazioni, soprattutto in attacco dove Ciano e Novakovich dialogano poco nello stretto e di inserimenti dal centrocampo neanche a parlarne col rientrante Paganini non proprio a suo agio da mezzala.
RIPRESA. La gara resta così bloccata e vive di sussulti quasi mai continui. Ma è una strategia precisa ordita dai padroni di casa. Il Pescara si vede solo al 10' st quando Machin taglia per Memushaj, ma l’albanese arriva con un attimo di ritardo sulla palla del possibile vantaggio. Immediata la replica con un colpo di testa di Gori fuori misura. E’ micidiale il Frosinone al 18' quando Dionisi, entrato da 7 minuti, ricevuta palla da Maiello, finta il tiro da fuori, e appoggia, invece, al centro per il regista napoletano che infila il portiere albanese per il vantaggio frusinate. La gara si fa vibrante perché Zauri non ci sta a perdere, memore della strigliata di Sebastiani ma anche per orgoglio proprio. Al 39', però, è Paganini a fallire un’ottima opportunità, bravo Kastrati a superarsi. Poi è Dionisi ad apparecchiare per Capuano ma Scognamiglio impedisce al difensore, uno degli ex , di coronare 60 metri di corsa con la gioia di un gol. Lo stesso Dionisi grazia il Pescara appoggiando a lato la palla al bacio confezionata da Ciano. Un segno del destino? Proprio no. Perché il bomber laziale, che aveva già spaccato in due col suo ingresso la partita, la chiude con un colpo dal basso verso l’alto che non dà scampo a Kastrati. Pescara al tappeto, Frosinone alle stelle. Chi l’avrebbe detto mai: anche Nesta corre per la A!
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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