Bicchiere mezzo pieno, il Pescara la sfanga e regge l'urto. Al ritorno, domenica sera, basterà replicare lo steso pareggio di Verona possibilmente con meno rischi. Non si può affatto disprezzare lo 0-0 che viene fuori dalla semifinale di andata al “Bentegodi”, Mancuso prende un palo nel primo tempo ma per il resto è una resistenza davanti ai 500 tifosi abruzzesi sistemati in curva. La pareggite del Pescara nell'ultimo mese di campionato – adesso cinque volte su sei – si abbina al mal di trasferta arrivato forse ai limiti del sopportabile, non fosse che ora si può ragionare sui 180 minuti per la qualificazione: nel 2019, Pillon in viaggio ha vinto una volta sola.

PESCARA SORNIONE. Non parliamo del Veneto, sempre avaro di sorrisi quest'anno per il Pescara, compresa la Coppa Italia di agosto contro il Chievo. Finisce quindi senza gol ed è un risultato che il Verona non otteneva da dicembre. Due partite consecutive a porta chiusa: questo va dritto negli appunti di viaggio in mano a Pillon, aspettando il dentro o fuori del week-end. Il recupero completo di Brugman si abbina alla verticalità di serata che innesca un tridente un po' sfilacciato. Il Pescara viene avvolto da un impeto del Verona che sa di dover vincere almeno una delle due partite: così gli abruzzesi non possono derogare da una manovra accorta e un filo attendista. E' ad esempio l'errore di Gustafson a metà primo tempo che spiana la strada alla discesa di Crecco fino al limite dell'area: Silvestri risponde. Pescara sornione, la realtà è che scherza a lungo col fuoco al di là di quanto costruito nell'area veronese. Il palo di Mancuso diventa una serie avvisaglia per l'Hellas, ad ogni modo. Mentre a sinistra le condizioni di Del Grosso suggeriscono a Pillon di affidarsi ancora a Pinto – per poi ravvedersi in corso d'opera – che spende un'ammonizione dopo un quarto d'ora. I guanti di Fiorillo assaggiano subito le bordate di Danzi, Di Carmine e Gustafson dalla distanza, ma è di Di Carmine l'occasione migliore: Scognamiglio si immola in area piccola. Di fatto l'Hellas impone il proprio ritmo, doma il Pescara che nel secondo tempo si fa vedere con Mancuso e Sottil.

CARATTERE HELLAS. Il Verona è andato di slancio nel primo turno, ingolfato solo teoricamente da quei 120 minuti contro il Perugia e pure con l'aggravante di avere tre diffidati: niente calcoli, però, anche in questo senso con Aglietti che propone dall'inizio Laribi. Nel secondo tempo l'Hellas prova a punire il Pescara con la stessa arma, Empereur, di sabato scorso. Entra Pazzini, anticipato all'ultimo da Bettella quando una girata di Tupta chiama Fiorillo alla respinta. A mettere in chiaro le intenzioni è l'atteggiamento del Verona, quel furore che in campionato difficilmente si vedeva. Proprio vero che i playoff fanno storia a sé.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Gio 23 maggio 2019 alle 11:30 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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