Daniele Sebastiani sulla scrivania ha una pecora di terracotta con la maglia del Pescara. Ed ecco fatta l’integrazione tra città e territorio. Con una buona dose di autoironia ma anche con parecchio rispetto delle proprie radici. «Più che ricordare come sono diventato presidente del club devo cercare di capire chi me l’abbia fatto fare». Ci credeva, ecco tutto. Cominciò nel 2009. «Volevo solo dare una mano alla mia squadra del cuore. Con un 10% di partecipazione, non di più. L’uomo forte era un altro». De Cecco, industriale della pasta. «Ecco, appunto. Poi a uno a uno sono spariti tutti. Avevamo capitale zero e una situazione debitoria insostenibile. Non posso dire che la gestione fino a quel momento fosse stata cattiva, ma il calcio non perdona niente. Adesso se per assurdo chiudessimo la società il saldo tra beni e pendenze sarebbe positivo. Dunque siamo tranquilli, Anzi, consentitemi di dire che il Pescara è un gioiellino».

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 17 novembre 2018 alle 10:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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