Qualche anno fa guidava il gruppo del Delfino in uno dei momenti più bui della sua storia, sull’orlo del baratro del fallimento. Un’esperienza che lo ha costretto a diventare subito grande e affrontare situazioni che ai tifosi biancazzurri mettono ancora la pelle d’oca. Prima l’assaggio di B nel 2004/2005 con una retrocessione dolorosa e una società già in balia delle onde. Poi il ritorno in C nel 2007, fino al 2009, nel passaggio tra la vecchia società, il fallimento e la rinascita. “Ricordi incancellabili – dice oggi Pomante, dallo scorso dicembre a Pineto – , giocare contro il Pescara, anche in amichevole, è sempre una gran bella emozione”.

Il cuore è biancazzurro e la nuova vita in serie D lo aiuta: “Il Pineto ha gli stessi colori ed è una società amica del Delfino. Sono felicissimo di esserne il capitano, qui ho trovato una serietà che ho visto raramente anche in alcune esperienze nei professionisti”.

Questa sera sfida la banda di Zeman, che segue con grande attenzione: “Contro la Triestina si è vista la squadra del boemo: segna tanto e dietro soffre. Ma l’allenatore è una garanzia. Il campo deve dire la verità, i risultati parlano alla fine, penso però che stia nascendo un bel Pescara”, prosegue Pomante.

Incuriosito, il centrale, dai tanti giovani emergenti: “I compagni di squadra a Pineto, provenienti dalla Primavera pescarese, mi parlano benissimo di Del Sole. Gente come Ganz o Zampano, poi, in B fa sempre la differenza”.

Il Pescara del 2017 quant’è cambiato rispetto al suo di quasi un decennio fa: “Moltissimo, ed è cambiato in meglio. Non solo per le categorie, ma soprattutto per la stabilità della società. A volte non capisco i tifosi biancazzurri: questa società avrà commesso errori, certo, e la critica è giusta, ma garantisce calcio ad alti livelli: due serie A in cinque anni non possono essere sottovalutate. Meglio retrocedere che fallire. Non dimentichiamo il passato. Ho vissuto sulla mia pelle Pincione, Soglia e il resto: bisogna evitare che quel passato torni. Se andasse via Sebastiani, chi arriverebbe? Guai a mettere il club nelle mani di persone non pescaresi o abruzzesi”.

Pomante è ancora una garanzia in campo, come alcuni vecchi amici che continuano a giocare ad alti livelli, ma comincia a pensare al futuro: da grande farà l’allenatore. “Dopo la B con la Nocerina, e quella squalifica, ho perso il treno… Trovare squadra in C dopo i trent’anni è dura. Sono felice che amici come Daniele Croce siano ancora sulla cresta dell’onda: lui non ha mai mollato e merita di stare in B, a Empoli sembrava un veterano della serie A. Lui e Sarri ci hanno creduto e sono esplosi. Pineto è stata la scelta più giusta della mia carriera. Diventare allenatore? Dopo vent’anni di calcio, ci penso. D’altronde so fare solo quello (risata, ndc). Quest’anno vorrei prendere il patentino, anche se adesso mi sento bene e penso a giocare il più a lungo possibile. Ma se capitasse un’opportunità in futuro, sarei felice di iniziare”.

Intanto stasera studierà Zeman: “Mica solo stasera, lo studio da almeno cinque anni. E ricordo che con la Nocerina, il suo Pescara ci fece passare i guai. Speriamo che stasera vadano piano…”

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 10 agosto 2017 alle 10:30
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
vedi letture
Print