Lui non è un doppio ex qualunque: a Pescara ha fatto la storia, a Salerno ci è andato vicinissimo. Così com’è stato vicinissimo a far parte del miracoloso Foggia di Zeman. Federico Giampaolo a 47 anni allena l’Avezzano in serie D, ma in questi giorni con la mente sta tornando spesso all’indietro, ricordando le sue prodezze all’Arechi e le tante sfide giocate contro la Salernitana prima e per la maglia campana poi. Ventuno fa, ad esempio, in un Salernitana-Pescara realizzò uno dei suoi gol più belli di tutta la carriera: “Ricordo benissimo quella partita – racconta il secondo miglior attaccante della storia del Pescara con 68 gol – . C’eravamo io, Carnevale e Di Giannatale in campo: vincemmo 2 a 0 e andammo al primo posto in classifica, era l’ultima giornata di andata (14 gennaio 1996, ndc). Prima segnò Gelsi, poi io: serpentina tra le maglie avversarie, ci fu un palo e sulla ribattuta segnai”.

Era la stagione 1995/1996 e il Delfino allenato da Franco Oddo (poi esonerato e richiamato nel finale) chiuse al 9° posto nella vecchia serie B in cui venivano promosse direttamente le prime quattro. Giampaolo ha vestito anche la maglia della Salernitana per una stagione, ma una di quelle che all’Arechi non dimenticano: la serie A 1998/1999, in cui giocò 25 partite e segnò 3 gol. “In serie A è bellissimo giocare in qualsiasi piazza, ma Salerno è davvero una grande realtà. Quell’anno la domenica avevamo quarantamila persone allo stadio, giocavamo bene ed eravamo un gruppo giovane e di prospettiva. Con me c’erano Gattuso, Di Vaio, Fresi e altri futuri campioni. Retrocedemmo per un solo punto, anche a causa dei fatti di Piacenza. Peccato, se ci fossimo salvati, forse avremmo aperto un ciclo. Resta comunque il ricordo di una piazza sempre calda e passionale, lo è ancora oggi”.

Eh sì, tanto che Bollini sabato pomeriggio si gioca già la panchina dopo tre giornate contro Zeman. “Il Pescara sta ancora scoprendo e capendo le caratteristiche dei giocatori – dice dei biancazzurri il grande ex – . Fa sempre gol, ma ne prende tanti, questo perché deve ancora assimilare bene i meccanismi. E sono sicuro che Zeman lo farà, con la sua grande esperienza. La qualità c’è, ecco perché arriva in zona gol spesso e volentieri: il boemo è un maestro della fase offensiva. E una squadra che crea occasioni e segna così tanto può ambire a lottare per traguardi importanti”.

Già, ma dietro di balla. “E’ un problema di collettivo, non di singoli. Attaccando di squadra, la difesa deve accorciare e la linea deve lavorare di reparto”.

Questo Pescara ha un nuovo Giampaolo? “Non vedo giocatori con le mie caratteristiche. Né Benali né Del Sole. Nell’amichevole contro i biancazzurri non ho potuto vedere bene i singoli, ma non mi stupisce l’esplosione di Pettinari: l’ottima organizzazione di gioco porta i giocatori di maggior qualità a segnare tanti gol. Ame è successo con Delio Rossi, che era un allievo del 4-3-3 zemaniano. Mi sarei divertito davvero tanto con Zeman, ha sempre valorizzato gli attaccanti e mi sarebbe piaciuto giocare il suo calcio. A dire il vero ci siamo sfiorati tanti anni fa: dovevo passare al Foggia con lui, chissà se lo ricorda…”.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 14 settembre 2017 alle 10:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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