Un esteta del calcio che ha fatto divertire sia i tifosi del Pescara che quelli del Bari: Edy Bivi a 57 anni non si riconosce più nel mondo del pallone moderno, dopo una vita passata a cercare di valorizzare la qualità e il bel gioco sia da calciatore che nelle esperienze della panchina. Una sorta di eretico in un ambiente in cui contano più i capitali e i contratti che gli allenamenti e le idee. In questo ha qualcosa che lo accuma proprio a Zeman, estremista del 4-3-3 e del calcio verticale contro tutto e tutti. Ecco perché oggi, nella settimana che porta proprio alla sua partita speciale, Bari-Pescara, le parole di Bivi suonano quanto mai chiare: “Di Zeman in questo Pescara vedo ben poco. E’ una questione di uomini e qualità complessiva della rosa, non ci sono giocatori con le caratteristiche giuste per lui, anche se il boemo cerca di inculcarle, ma non è facile”, dice l’ex bomber del Delfino dal 1990 al 1994, una promozione in serie A e 25 gol segnati.

Anche a Bari ha vinto un torneo di B nel 1984/1985 segnando 20 reti e chiudendo in testa alla classifica cannonieri. Tre stagioni in biancorosso per Bivi. “Domenica prossima non sarà una partita facile. Io del Bari attuale ho visto poco, ma so che quella piazza vuole sempre vincere e quando c’è ambizione ci prova con tutte le sue forze. Forse ha puntato su giocatori di nome, che spesso non valgono l’investimento fatto. Potrebbe essere questa la carta a favore dei biancazzurri. In generale, credo che bisognerebbe investire in modo mirato, prendendo gente di qualità e non di nome”.

Il Pescara, ad esempio, ci prova. Vede qualche ragazzo di prospettiva nella rosa di Zeman. “Sinceramente no. Ci sono discreti giocatori, che ci mettono impegno e capacità, ma campioni del futuro no. A parte Del Sole, che è un ragazzo di 19 anni, ha piedi educati, un sinistro interessante. Ma non può fare l’esterno: non ha profondità e rapidità necessarie, ha bisogno di avere il pallone sui piedi ed essere nel vivo del gioco, vicino alla porta”.

Bivi, quasi trecento partite in serie B con 92 gol segnati, da qualche tempo non siede su una panchina. Colpa di un sistema che non scommette sugli idealisti come lui. Ma di calcio ne mastica ancora, anche se alla sua tv passa quasi solo quello estero. La B ogni tanto, se gioca il Delfino. “E’ un campionato mediocre – dice senza mezze misure – . Venerdì scorso non credevo ai miei occhi guardando il Palermo. La miglior difesa del torneo ha centrali che vanno in affanno ogni volta che vengono puntati. Livello basso, valori in picchiata: così una squadra che lavora su un’idea, come il Pescara, può starci e potrà anche arrivare a piazzarsi tra le prime sei, sette a fine stagione, entrando ai play-off.. Se il Palermo era primo…”.

Domenica prossima vedrà la partita, ricordando i tempi che furono, quando il San Nicola esplodeva per le sue prodezze. “Eravamo una buona squadra, una big per la categoria all’epoca. Che coppia d’attacco con Bergossi. C’era Piraccini, che poi andò all’Inter, e ragazzi del vivaio del Bari molto bravi. Per me resta una parentesi bellissima della carriera, come lo è stata quella di Pescara, naturalmente, e le altre. Quella serie B, però, era tutto un altro campionato…”.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 06 novembre 2017 alle 10:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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