L a strada per la salvezza è ancora lunga e irta di ostacoli, ma il Pescara la intraprenderà con ottimismo affidandosi alle rassicuranti mani di Vincenzo Fiorillo. Che non è semplicemente un portiere della compagine adriatica, piuttosto Il Portiere, cioè colui che sta per entrare nella storia con il maggior numero di presenze in quel ruolo e che non perde mai occasione per mostrare un senso di appartenenza fuori dal comune.

Fiorillo, battere lo Spezia è la fine di un incubo? «Più o meno. La vittoria era fondamentale, quasi una questione di vita o di morte per la nostra stagione. Devo dire che siamo stati bravi a non accusare troppo la sconfitta di Vercelli. Ora dobbiamo prepararci a soffrire fino a Venezia».

Lei e i suoi compagni fate outing e ripetete: “abbiamo capito”. Che significa? «Significa che ci siamo resi conto di qual è l’atteggiamento giusto. Non era semplice, se sei stato costruito per un obiettivo diverso».

Cioè, i playoff . Un errore di valutazione iniziale o è stata la squadra a deludere le aspettative? «Magari entrambe le cose. Forse le aspettative erano superiori al reale valore, al contempo abbiamo reso meno del dovuto, perché le individualità sono una cosa, la pratica un’altra. E poi c’è il campo che non mente mai».

La nota dolente è la difesa. Lei che sta lì dietro a tutti, quanto si arrabbia nel vedere i suoi compagni distrarsi? «Nel calcio, quasi sempre, ad ogni gol corrisponde un errore dell’avversario, siccome si segna tanto significa che tutti fanno errori. Noi magari prima concedevamo troppi spazi, ora siamo più compatti».

Però l’accusa di avere poco carattere resta. «Fa parte del gioco, discorsi che vengono fuori quando le cose non vanno bene. Certo, è vero e inconfutabile che abbiamo subìto troppe rimonte, però adesso è diverso. In questa salvezza ci dobbiamo credere ciecamente ed entrare in campo sapendo che ogni pallone può valere un campionato».

Lei è un giocatore rappresentativo del Pescara, forse quello che ci tiene di più… . «Sì, ci tengo tanto. Nella mia carriera è la prima volta che mi succede di legarmi così a un club e alla città. Sono qui da quattro anni e qualcosa è scattato dalla finale play off non vinta a Bologna. Ho un forte senso di responsabilità, non voglio deludere le persone a cui mi sono affezionato e voglio camminare a testa alta quando mi stabilirò qui a Pescara».

Ha già deciso? Resterà qui? «Sì, ho già comprato casa e ci vivo con la mia compagna, nessun dubbio. Inoltre, voglio entrare nella storia di questo club e sto inseguendo il record di presenze di Paolo Bordoni, che ne ha fatte 130. Io sono a 107. Un primato a cui tengo molto».

Intanto c’è lo scontro diretto di Terni: siete pronti? «Ci stiamo preparando a dovere. Sappiamo che affronteremo una squadra in gran forma e caricatissima dopo la vittoria nel derby a Perugia, ma in quanto a motivazioni noi non saremo da meno. D’altronde io qui voglio restare a lungo e … per prima cosa devo salvaguardare la categoria!»

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 25 aprile 2018 alle 09:34 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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