Non c’è dubbio che sia stata una brutta prestazione, ma bisogna andarci piano con il pessimismo e i processi. Il Pescara è stato surclassato sul piano del gioco come mai era successo quest’anno. Surclassato al punto da sprecare due gol di vantaggio e di non dare mai l’impressione di trovare la chiave per venire a capo di un avversario che prima è stato imprendibile per velocità, Imprevedibilità e tecnica, e poi ha aggiunto forza fisica e idee di gioco sempre chiarissime. Una brutta prova può capitare, ma è indubbio che nelle ultime settimane qualcosa si sia inceppato sul piano della manovra. Contro il Venezia, la squadra di Zauri ha avuto soprattutto un grande problema: non è quasi mai riuscita a superare la pressione molto alta di un avversario tatticamente molto evoluto anche se privo d grandi individualità. Ha provato a far valere le proprie consuete qualità di palleggio il Delfino per superare la prima pressione e trovarsi campo davanti, ma l’impresa si è rivelata più difficile del previsto. Allora ha provato a scavalcare il centrocampo (e la pressione) cercando direttamente la sua unica punta, ma lo ha fatto senza accorciare poi velocemente in avanti in modo da dare sostegno a Borrelli. Così facendo, non è mai riuscito a togliere l’iniziativa agli avversari o a renderlo comunque più accorto, facendo capire che sarebbe stato prudente non lasciarsi tanto spazio alle spalle della linea difensiva. A mente fredda, l’impressione è che per lo sviluppo della manovra biancazzurra sia sempre più pesante l’assenza di Palmiero, il regista che è il perno che fa girare tutto meccanismo offensivo, con la sua bravura nel muovere la palla velocemente, consentendo di guadagnare un tempo di gioco.

Sezione: News / Data: Lun 09 dicembre 2019 alle 20:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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