Un buon Avellino evapora troppo presto e si fa travolgere dal Pescara, che esce alla distanza e merita la sua seconda vittoria casalinga della stagione. E’ sempre effetto ex: Zeman fa lo scherzo al Foggia, si ripete con l’Avellino. Nel primo tempo sembra di vedere il mondo alla rovescia: l’Avellino pressa alto e aggredisce, il Pescara resta basso e timido nella sua metà campo. Novellino non potrà mai spiegarsi come abbiano fatto i suoi a tornare negli spogliatoi all’intervallo sull’1 a 1: per palle gol create nei primi 45’, Ardemagni e soci avrebbero dovuto quasi metterla in cassaforte. Invece sprecano e si fanno riprendere al primo affondo pescarese. Quattro palle gol nitide per gli irpini, solo una però va in buca. Al 18’ palo di Asencio: Molina aggredisca Kanoutè e va a triangolare con l’attaccante spagnolo, destro sporcato da Fiorillo qual tanto che basta per evitare il vantaggio. 21’: girata di testa di Ardemagni, e altra gran parata di Fiorillo. Sono gli antipasti prima della giocata di Bidaoui che, al 23’, sblocca la partita con un destro a giro in stile Del Piero. Ci prova anche D’Angelo, che costringe ancora Fiorillo agli straordinari qualche minuto dopo il vantaggio con un rasoterra potente dalla distanza. E’ un Pescara brutto e superficiale per 25’ minuti. Poi la squadra di Zeman capisce che così non si può andare avanti e rialza le marce: prima palla gol della partita, ed è pareggio. Zampano brucia Bidaoui, corre sul fondo e scarica a centro area per Mancuso: piattone potente sotto la traversa, secondo gol per l’ex Samb alla sua seconda presenza all’Adriatico. Il primo tempo si chiude con gli abruzzesi in crescita, tanto che anche la ripresa si apre nell’area irpina. Al 12’ Brugman innesca Benali, ma sul primo palo c’è Radu che strozza il tiro del libico in angolo. La squadra di casa capisce di poter far male, tanto che il boemo sposta Brugman a fare il play per cercare meglio le verticalizzazioni a lui tanto care. Il raddoppio sarebbe arrivato dopo 20’ se Zampano non avesse calciato alto da zero metri (e con la porta vuota) il più facile dei tap-in. Un errore che condiziona i biancazzurri sotto porta, ma non nella costruzione del gioco: in campo ci sono solo i ragazzi di Zeman nel finale. E non fa niente se alla fine il gol arriva in modo casuale: al 37’ Mancuso dal limite stecca la conclusione, Pettinari si ritrova il pallone sui piedi e deve solo piazzarlo nell’angolino. La traversa di D’Angelo al 40’ fa aumentare solo i rimpianti di Novellino, che ci prova con l’orgoglio fino all’ultimo dei 7’ di recupero (si era fatto male Mazzotta al 90’).

Sezione: News / Data: Sab 21 ottobre 2017 alle 20:53
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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