Dopo le numerose polemiche estive di gran parte della tifoseria e degli addetti ai lavori sull’assetto societario e il mercato al risparmio, era difficile immaginare un simile inizio di stagione. E invece dopo 5 giornate il Pescara si ritrova imbattuto e a soli 2 punti dalla capolista Verona.

11 punti, di cui 9 guadagnati anche grazie alla spinta di un Adriatico che ha finalmente ritrovato entusiasmo e 2 in stadi ostici come il Rigamonti di Brescia e lo Zini di Cremona, conquistati con carattere, personalità e senza trame di gioco particolarmente esaltanti. I biancazzurri arrivano ancora troppo raramente in area avversaria, spesso sbagliano l’ultimo passaggio o la scelta negli ultimi 30 metri, ma questo è un dato senz’altro positivo perché lascia intendere quanto questo Pescara abbia ampi margini di miglioramento, specie in fase di costruzione e finalizzazione del gioco.

Un Pescara in due parole concreto e compatto, nei reparti e nel gruppo, soprattutto nel gruppo, un gruppo che tranne a centrocampo non può certo vantare su top player categoria. Tutti importanti e nessuno indispensabile, è questo il chiaro messaggio lanciato ai suoi ragazzi da mister Pillon, che in queste prime gare ha sempre schierato formazioni differenti. Il risultato è che tutti si sentono responsabilizzati, offrendo prove solide e convincenti, rendendosi protagonisti un po’ a turno: Kastrati contro il Livorno, Melegoni in più di un’occasione, i bomber a targhe alterne Cocco e Monachello, GravillonMarras e infine Leonardo Mancuso, eroe nel recupero contro la Cremonese e vero mattatore ieri con 2 reti d’autore che hanno fatto capire che in cadetteria il ragazzo non solo può starci benissimo ma può anche essere decisivo. E mancano ancora il miglior Machin, il miglior Brugman, Antonucci deve ancora prendere confidenza con la categoria.

Insomma, questo Pescara può solo crescere e guardare avanti con fiducia è d'obbligo.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 26 settembre 2018 alle 19:00
Autore: Jacopo Ottenga / Twitter: @JacopoOttenga
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