Un rapporto controverso quello tra Zdenek Zeman e il Pescara, un amore folle con litigi furibondi. Il tutto iniziò sei anni fa quando il boemo, arrivato su consiglio dell’attuale tecnico della Roma, il pescarese Eusebio Di Francesco, costruì una squadra stellare che finì al primo posto in B. Vinse il campionato con un gioco spettacolare lanciando futuri campioni quali Verratti, Insigne e Immobile, che prima di incontrarlo erano solo dei giovani promettenti. Certo, la materia prima era di qualità, ma se non l’avesse scolpita Zeman, chissà... A fine anno, Zeman non seppe resistere al richiamo della Roma e il suo addio fu considerato un mezzo tradimento. Ma la storia non si interruppe, il presidente Sebastiani continuò a corteggiarlo nei suoi spazi vuoti (esoneri a Roma e Cagliari), fino al ricongiungimento nel febbraio dello scorso anno, quando arrivò al posto di Massimo Oddo. Era una serie A già ampiamente compromessa, anche se il 5-0 sul Genoa nella partita di esordio illuse un po’ tutti. In ogni caso, con la retrocessione messa in preventivo, il nuovo corso avrebbe dovuto riguardare la rinascita nella stagione corrente: così non è stato. I dissapori tra allenatore e presidente sono iniziati presto e si sono acuiti prima di Natale quando Zeman dichiarò che a settembre era stato sul punto di dimettersi e che con Sebastiani si trovava bene solo a cena, ma calcisticamente avevano idee troppo diverse. E il presidente non ha gradito, allineandosi a sua volta sul piano delle provocazioni e dichiarando che non raggiungere i play off con quell’organico sarebbe stato un fallimento. Ora la storia si è chiusa nel peggiore dei modi e solo il tempo dirà chi aveva ragione. Nel frattempo la piazza è divisa, ma questa non è una novità.

Sezione: Copertina / Data: Lun 05 marzo 2018 alle 13:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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