L’Udinese può attendere. Adesso contano solo il Pescara e gli insegnamenti di Zeman. Mamadou Coulibaly sta uscendo dal guscio: il 18enne senegalese sembra aver superato il rodaggio nel calcio dei grandi in queste prime sette giornate. L’assist a Capone segna il punto di svolta della sua stagione. Il boemo gli dà fiducia e lui comincia a trovare coraggio e personalità in mezzo al campo. “Non è stato facile quest’inizio – conferma il mediano acquistato in estate dall’Udinese – . Ho superato le difficoltà e ora devo pensare ad andare avanti e fare meglio. Ho percepito un clima diverso attorno a me in queste settimane, ma un giocatore deve aspettarsi anche di ricevere critiche, non ho paura”.

Ogni partita sembra integrarsi meglio; “Solo quando sono arrivato in Italia ho iniziato a giocare nel calcio vero, da poco tempo. Devo migliorare in tutto: tattica, tecnica, personalità. Non mi sento perfetto e non lo sarò mai”.

Di certo sarà una mezzala zemaniana: quando esegue le direttive del suo allenatore, Mamadou sembra giocare con maggiore naturalezza il calcio semplice e veloce che piace a Sdengo. “Con il mister sono migliorato già tanto mentalmente e fisicamente. In Primavera giocavo come volevo, potevo portare palla, girarmi, calciare. In prima squadra trovo giocatori più maturi ed esperti ed è dura. Ma io cerco sempre di fare il mio dovere. Sento che Zeman mi sta aiutando, mi sta facendo crescere a tanto sul piano tattico. Nelle prime giornate non stavo bene in campo, per questo forse non riuscivo a rendere come avrei voluto. Non era una questione fisica, sotto quel punto di vista non ho avuto nessun problema con la preparazione né con gli allenamenti”.

Coulibaly e Kanoutè, la coppia del Senegal che ha blindato il centrocampo. E pensare che in quel provino a Pietrasanta, Mamadou non fu preso… “Dopo i provini io sono andato via, in realtà: non avevo documenti pronti. Frank invece aveva già tutto pronto ed è stato preso. Per me lui è un fratello senegalese ed è anche un bravo ragazzo con cui condividere lo spogliatoio, è bello essersi ritrovati qui”.

Sulla sua storia di migrante diventato calciatore, una trama da film, non vuole più tornare: “Non mi va di parlarne ancora – dice – . Sono riuscito a fare quello che volevo e mi sembra ancora un sogno”. Che sogno sarà, tra un anno, volare in serie A con l’Udinese, suo prossimo club. “Vedo e seguo i friulani, ma la mia squadra è il Pescara”.

Sezione: Copertina / Data: Mer 04 ottobre 2017 alle 14:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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