Investigatori al lavoro per cercare di individuare chi, domenica sera, ha lanciato la bomba carta rudimentale nel giardino dell’abitazione del presidente del Pescara, Daniele Sebastiani. Un atto intimidatorio vero e proprio su cui gli agenti della Digos, coordinati dal vice questore aggiunto Leila Di Giulio vogliono andare sino in fondo. Già acquisite e visionate le immagini delle telecamere della zona. Le stesse che, a marzo, hanno consentito di dare un nome e un volto a tre dei cinque autori dell’attentato incendiario che, la notte fra il 6 e 7 febbraio, ha distrutto due auto del presidente che erano parcheggiate nel cortile di casa. In questo caso si trattava per lo più di giovani appartenenti alla tifoseria non organizzata. Anche per l’ultimo episodio non si esclude che possa essere opera di qualche tifoso, considerando i malumori per l’andamento della squadra e di tutta la stagione in generale che ha poi portato alla retrocessione. Al momento comunque non è esclusa nessuna pista, dalla tifoseria, quella per così dire più estrema, agli affari del presidente. Al setaccio tutte le sue attività, societarie comprese, e i suoi molteplici interessi nel campo finanziario e immobiliare oltre all’attività di leasing svolta fino a pochi mesi orsono. . Per quanto riguarda, l’ambiente della tifoseria, occhi puntati su personaggi al di fuori alla curva. E a proposito sempre di tifoseria, quella violenta, ormai agli sgoccioli le indagini volte ad individuare i responsabili dei tafferugli avvenuti, il 5 febbraio scorso, prima della partita contro la Lazio. Per fortuna non si erano registrati feriti, ma erano state danneggiate diverse auto. Il contatto fra alcuni supporter dei due club era avvenuto all’altezza di viale Pindaro, dove quasi certamente si erano dati appuntamento. Erano volati tavolini e sedie prima dell’intervento della Polizia. 

Sezione: Copertina / Data: Gio 11 maggio 2017 alle 09:00 / Fonte: Messaggero
Autore: Redazione TuttoPescaraCalcio / Twitter: @tuttopescara1
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